Documenti falsi per operatori sanitari, condannato a Foggia il promotore del sistema truffaldino

Il Tribunale infligge 7 anni e 7 mesi di carcere al principale imputato per falso, truffa e associazione a delinquere. Coinvolte centinaia di persone in tutta Italia.

Foggia – È arrivata la prima condanna per il vasto sistema illecito di falsificazione di diplomi e certificazioni sanitarie scoperto dalla Guardia di Finanza di Foggia nel gennaio 2023. Il Tribunale Collegiale di Foggia, il 9 luglio 2025, ha inflitto una pena di 7 anni e 7 mesi di reclusione al principale indagato, ritenuto il promotore e ideatore dell’organizzazione criminale.

L’uomo è stato riconosciuto colpevole di associazione per delinquere, truffa, falsità materiale e ideologica in atti pubblici, oltre che di contraffazione di sigilli pubblici e induzione in errore di pubblici ufficiali. La sentenza prevede inoltre:

  • interdizione perpetua dai pubblici uffici
  • interdizione durante l’esecuzione della pena
  • divieto di contrattare con la Pubblica Amministrazione per cinque anni

Il sistema illecito, smascherato dopo oltre un anno di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Foggia, ruotava attorno alla produzione e alla vendita di diplomi falsi, in particolare per i titoli di Operatore Socio Sanitario (O.S.S. e O.S.S.S.). I documenti venivano utilizzati per partecipare illegittimamente a concorsi pubblici, graduatorie ATA e assunzioni in strutture sanitarie su tutto il territorio nazionale.

Le indagini, iniziate nel 2022, avevano già portato a tre arresti, 36 perquisizioni e 33 persone indagate. Secondo quanto emerso, alcuni attestati falsi venivano venduti fino a 25.000 euro, anche a soggetti ignari tratti in inganno da falsi istituti di formazione attivi non solo in Capitanata, ma anche in altre province italiane.

Il Tribunale ha dichiarato di non doversi procedere su alcuni capi d’imputazione per difetto di querela. Intanto si attende la pronuncia di primo grado per gli altri due soggetti sottoposti a misura cautelare e per gli imputati a vario titolo coinvolti nell’inchiesta.

Il caso getta nuova luce sulla necessità di controlli rigorosi nel settore della formazione professionale sanitaria, evidenziando come documenti falsificati possano mettere a rischio la sicurezza di pazienti e la credibilità del sistema pubblico.

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