Dl Ambiente: disco verde al Senato, ancora polemiche su acqua pubblica ai privati

Il testo passa alla Camera: dalla tutela ambientale agli interventi in materia di bonifiche di siti contaminati e dissesto idrogeologico.

Roma – L’aula del Senato ha dato il via libera alla fiducia sul Dl Ambiente. Il testo, che passa ora all’esame della Camera, prevede disposizioni urgenti per la tutela ambientale del Paese, la razionalizzazione dei procedimenti di valutazione e autorizzazione ambientale, la promozione dell’economia circolare, l’attuazione di interventi in materia di bonifiche di siti contaminati e dissesto idrogeologico. Una delle problematiche ambientali presenti in Italia è senza dubbio il dissesto idrogeologico dovuto alle violente piogge che in questi ultimi anni si stanno verificando in modo prorompente su tutto il territorio.

Tra le principali novità, il provvedimento ridisegna le procedure autorizzative ambientali con lo scopo di semplificare e accelerare i tempi di conclusione dei procedimenti di valutazione di impatto ambientale (Via) per talune tipologie di impianti, opere e infrastrutture (come gli impianti da fonti rinnovabili), nonché interventi per migliorare e ottimizzare la programmazione e il finanziamento degli interventi diretti affidati ai Commissari di Governo per il contrasto al dissesto idrogeologico.

Nel corso del dibattito in aula si sono fatti sentire gli strascichi della polemica legata a un emendamento di Forza Italia, a prima firma di Adriano Paroli, poi ritirato nei giorni scorsi, che consentiva l’ingresso di capitali privati nelle società in house che gestiscono le risorse idriche. “Previo approfondimento tecnico con il ministro dell’Ambiente Pichetto lo ripresenteremo nella legge finanziaria”, aveva assicurato comunque il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani. 

Duro il giudizio delle opposizioni: “In realtà questo decreto è contro l’ambiente e rappresenta una vera operazione di greenwashing: mentre l’Italia sta affrontando siccità, alluvioni, dissesto idrogeologico, il governo ha ben pensato di estendere l’utilizzo delle trivellazioni, delle fonti fossili e non contento ha
pensato anche di privatizzare l’acqua pubblica, con un emendamento: tentativo che è stato, per fortuna, sventato da Avs e dalle opposizioni”. Così Aurora Floridia, senatrice Avs. “Questo – aggiunge – sicuramente non è progresso, non è innovazione ma è irresponsabilità e rappresenta un vero suicidio climatico: non è così che si affrontano le vere priorità dell’Italia”.

“Da parte nostra non c’è alcun ‘attacco’ all’acqua pubblica. L’acqua è e rimarrà pubblica – assicura il senatore Paroli intervenendo in aula – Ma la gestione deve essere aperta ai privati, disciplinando la loro possibilità di partecipare a una società in house. Basta riflettere su un dato: le dispersioni idriche nelle reti dei paesi ad alto reddito si aggirano intorno al 10-20%. In Italia la dispersione è pari al 42% e in alcune regioni del Sud arriva al 70%”.

Tutti gli operatori, sottolinea ancora il senatore di Fi, “dicono chiaramente che la responsabilità è del basso livello di investimento e della bassa capacità da parte del pubblico di intervenire. O interveniamo, o continueremo ad avere problemi. In Germania esiste l’amministrazione privata delegata. In Francia esiste la gestione privata delegata. E’ inspiegabile che nel 2024 in Italia si abbia ancora paura del privato. Così stiamo facendo perdere tempo alle nostre amministrazioni, a chi si deve occupare di risolvere i problemi del Paese e dei cittadini”. 

L’alluvione in Emilia Romagna

Riguardo il rischio idrogeologico 2024-2025 un’importante disponibilità economica di circa 1 miliardo e 84 milioni di euro per fronteggiare tale problematica è arrivata dal ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica per il Piano degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico 2024. Il ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica (MASE), Gilberto Pichetto, ha illustrato come queste risorse siano state ripartite tra le Regioni e le Province Autonome, sottolineando l’importanza di una corretta programmazione degli interventi. Per questo motivo, il MASE ha richiesto una dotazione di 2,5 miliardi di euro nella prossima Legge di Bilancio. Questo importo è destinato all’attuazione dei programmi triennali delle autorità di bacino e si aggiunge alle risorse della nuova programmazione dei fondi sviluppo e coesione (FSC) europei e alle dotazioni già iscritte in bilancio.

Con l’aumento di eventi violenti e le calamità, come l’alluvione in Emilia Romagna, Pichetto ha evidenziato che vi è “l’esigenza di un approccio nuovo che consenta interventi più solleciti per l’emergenza dissesto”. Infine, il ministro ha annunciato che i ministeri competenti stanno lavorando per semplificare le procedure per la realizzazione delle opere di mitigazione del rischio idrogeologico, al fine di avere un approccio più reattivo nella realizzazione di tali interventi.

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