Discoteche, ristoranti e cantieri: focus della Gdf sulla piaga del lavoro nero

Interventi dal Veneto all’Abruzzo: scovati numerosi lavoratori irregolari, oltre a violazioni fiscali e delle norme di sicurezza. Denunce e sequestri.

Roma – Continuano in tutta la Penisola le operazioni di contrasto al lavoro nero poste in essere dalla Guardia di finanza, una piaga per l’intero sistema economico perché sottrae risorse all’erario e sfrutta i lavoratori a svantaggio delle imprese oneste che rispettano le regole.

Dall’inizio dell’anno le fiamme gialle bellunesi hanno scoperto 7 lavoratori “in nero” e 1 irregolare, contestando, in taluni casi, gravi violazioni. Nell’Agordino, durante un controllo in una struttura alberghiera sono stati scoperti due lavoratori “in nero”, impiegati come cuoco/barista e cameriera. E’ scattata la proposta all’Ispettorato del Lavoro di Belluno per l’adozione del provvedimento sospensione dell’attività imprenditoriale, nonché la denuncia a piede libero del titolare della struttura.

Nel Bellunese, invece, l’attività di natura fiscale svolta nei confronti di una società di capitali operante nel settore manifatturiero ha permesso di rilevare l’illecito distacco di un dipendente presso altra società collegata, in quanto privo dei requisiti previsti dalla Legge. Per la violazione contestata, il “distaccante” e il “distaccatario” hanno già corrisposto una sanzione amministrativa complessiva di oltre 3.300 euro.

Sempre in provincia di Belluno, durante interventi svolti nei confronti di esercizi commerciali della ristorazione, sono stati scoperti 3 lavoratori in nero, di cui 2 scoperti nell’ambito di un controllo congiunto con l’Ispettorato. In entrambi i casi, è scattata la proposta di adozione del provvedimento di sospensione dell’attività imprenditoriale. Ben più grave, infine, quanto scoperto nel centro cittadino di Agordo, presso un cantiere avviato per lavori di ristrutturazione edilizia previa demolizione e ricostruzione di fabbricato civile ad uso abitativo. L’intervento congiunto del Servizio Prevenzione Igiene e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro (Spisal) dell’AULSS 1 di Belluno e della Gdf ha permesso di rilevare, in palese violazione ad ogni norma di sicurezza, gravi e numerose condotte omissive a carico di molteplici datori di lavoro e del coordinatore per l’esecuzione dei lavori, segnalati alla magistratura, nonché di scoprire due lavoratori “in nero”. La gravità dei fatti accertati ha determinato la chiusura immediata del cantiere.

Nel Cuneese, i finanzieri di Ceva hanno eseguito numerosi controlli dai quali sono emersi 22 lavoratori irregolari di cui n. 11 “in nero”. Fisco. Nel solo comparto edilizio sono state scoperti 6 lavoratori “in nero” e 2 irregolari e 4 ditte con evidenti irregolarità nella gestione del personale dipendente.

Nel caso dei lavoratori “in nero”, la loro posizione non sarebbe stata riconosciuta ai fini pensionistici e, inoltre, gli stessi non avrebbero avuto nessuna copertura ai fini assicurativi in caso di infortunio sul lavoro. Verrà, inoltre, irrogata nei confronti dei 12 datori di lavoro che impiegavano la manodopera irregolare una . “maxi-sanzione” con importi che vanno dai 1.800 ai 10.800 euro.

Con l’avviso di conclusione delle indagini preliminari, i finanzieri di Avezzano (L’Aquila) hanno portato a termine una complessa attività di servizio finalizzata al rispetto delle disposizioni in materia fiscale, di lavoro, previdenza e della normativa di pubblica sicurezza, da parte di un noto locale da intrattenimento. Il legale rappresentante di una discoteca di Avezzano, ha tenuto aperto al pubblico il locale per circa quattro anni – fino alla data del sequestro da parte dei militari delle fiamme gialle – in maniera non conforme all’autorizzazione rilasciata dal Comune: non si è attenuto alle prescrizioni imposte con le quali era stata limitata la presenza nel locale ad un numero massimo di 150 avventori, così creando condizioni di potenziale sovraffollamento tali da causare un concreto pericolo per i presenti con particolare riguardo all’eventualità di un tempestivo e rapido deflusso in condizioni critiche di emergenza, capaci di ingenerare panico fra il pubblico.

Le attività si sono svolte in fasi distinte: nel 2019, all’indomani della tragedia avvenuta in una discoteca di Corinaldo (AN), veniva eseguito un primo controllo nel quale si riscontrava un sovraffollamento, in misura doppia rispetto alla capienza massima consentita, e l’impiego di 17 lavoratori in nero e/o irregolari. In ragione di ciò, veniva disposto il sequestro del locale. Nel periodo post emergenza Covid-19, non rispettando le prescrizioni impartite dal citato provvedimento cautelare, il gestore del locale aveva arbitrariamente ripreso l’attività di intrattenimento con nuovi eventi. Pertanto, veniva pianificato un nuovo intervento operativo nel quale, avendo anche questa volta riscontrato una capienza massima del locale superiore a quella consentita (circa 400 persone a fronte di una capienza massima di 150) con grave pericolo per la pubblica incolumità, veniva eseguito il sequestro preventivo d’urgenza della discoteca.

Anche questa volta, come nel precedente intervento, venivano individuati 14 lavoratori impiegati in nero e/o irregolari su una forza lavoro complessiva pari a 16 unità. Inoltre, con l’ausilio di personale appartenente al Comando Provinciale VV.FF. di L’Aquila si rilevavano molteplici irregolarità alla normativa inerente la tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro.

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