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Diede fuoco al cane Aron, nessuna condanna per la crudeltà di un incapace

Il pm di Palermo chiede l’archiviazione: il 47enne deve essere ricoverato in una Rems. Gli animalisti hanno 20 giorni per fare opposizione.

Palermo – Un crimine orrendo e disumano contro gli animali. Il cane Aron è diventato famoso per la brutta fine che ha fatto a gennaio scorso a Palermo. Bruciato vivo. Ma chi lo ha ucciso non pagherà per quello che ha fatto: C.R., il 47enne, secondo i giudici, non era capace di intendere e di volere quando ha dato alle fiamme Aron. Una crudeltà per cui il pm ha chiesto l’archiviazione. Un’agonia quella passata dal cane, che dopo due giorni di agonia, era morto.

La procura ha avvisato 19 parti, tra enti, associazioni, onlus, persone fisiche che si erano costituite quali persone offese della richiesta avvertendole che hanno 20 giorni per proporre opposizione. Oltre all’accusa di aver provocato la morte del cane l’indagato era accusato di danneggiamento, minacce, porto d’armi. Eppure nei suoi confronti non si procede, vista la sua incapacità. Non può essere processato. L’indagato era già sottoposto a una misura di sicurezza che è stata aggravata su richiesta della Procura con l’obbligo di residenza in una comunità terapeutica assistita, ma le strutture sono tutte piene e il provvedimento non può essere eseguito.

magistrati hanno ora chiesto un ulteriore inasprimento della misura che consiste nel ricovero in una Rems, una struttura sanitaria adibita all’accoglienza di autori di reato che vengono ritenuti infermi o seminfermi di mente, socialmente pericolosi. La notizia del cane dato alle fiamme ha destato clamore e commozione a Palermo e tra gli animalisti che organizzarono anche una manifestazione nel capoluogo. Un imprenditore salentino, Emilio Colaci ha anche chiesto l’autorizzazione per fare realizzare un monumento ad Aron e a tutti gli animali vittime di violenza.


   

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