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“Diceva che tutto sapeva di candeggina”: così Giulia Tramontano ha iniziato a morire

Processo Impagnatiello, in aula il racconto della sorella della vittima: “Scoprì i tradimenti grazie alle cuffiette dello smartphone”.

MILANO – Il 21 marzo scorso si è svolta la quarta udienza del processo a carico di Alessandro Impagnatiello, il barista di 30 anni accusato di avere ammazzato con 37 coltellate la convivente Giulia Tramontano, 29 anni, in attesa di un bimbo. Nell’aula della Corte d’Assise è stata ascoltata dal consesso giudicante Chiara Tramontano, 27 anni, sorella della vittima, alla presenza dello stesso imputato, dei difensori e dei genitori di Giulia, Franco e Loredana Femiano.

La giovane ha ricostruito i primi tempi della relazione sentimentale fra la sorella e il presunto assassino sino al tradimento dell’uomo e alle tensioni che stavano minando irrimediabilmente un rapporto ormai malato, finito nel peggiore dei modi:

Giulia Tramontano. Da Fb

” Dopo circa sei mesi di frequentazione – ha raccontato Chiara – mia sorella mi aveva comunicato l’intenzione di andare a convivere con l’imputato ma secondo me era troppo presto…Giulia, mesi dopo, mentre era in bagno insieme a una collega, mi ha mandato la foto del test di gravidanza positivo. Aveva le lacrime agli occhi, le ho chiesto se erano di gioia o di paura ma il problema era che non sapeva come avrebbe reagito l’imputato… Infatti per lui non era stata una bella notizia e alla base della risposta negativa ci sarebbero stati problemi economici e il figlio avuto dalla precedente relazione di Impagnatiello. Da qui la decisione di recarsi in un consultorio per abortire, ma in questa occasione l’imputato si era ravveduto e ci aveva ripensato, così Giulia decideva di tenere il bambino”.

Poi la ragazza accenna al tradimento di Impagnatiello, difeso dall’avvocato Samanta Barbaglia, che Giulia aveva scoperto casualmente per poi parlarne con Chiara che snocciola puntualmente particolari e intimità fra gli occhi lucidi dei genitori ed il volto implacabile del barman che rivolge il suo sguardo sul pavimento:

Alessandro Impagnatiello

Giulia scopre il tradimento grazie al tracker delle cuffiette dello smartphone dell’imputato – aggiunge Chiara – nel quale si rendono in chiaro gli spostamenti dell’uomo dopo l’uscita dal lavoro. Una volta avuta conferma dallo stesso convivente Giulia aveva deciso di lasciare l’imputato e di abortire ma non è stato possibile perché ormai lei era troppo vicina al termine previsto dalla legge…”.

La ragazza, con una certa emozione, ha risposto esaustivamente alle domande del procuratore aggiunto Letizia Mannella e del sostituto Alessia Menegazzo, ricostruendo gli ultimi giorni di vita della vittima e la sua scomparsa:

Chiara Tramontano

”La prima a scrivermi via Instagram era stata Sara, un’amica di Giuliaha proseguito Chiara – mi chiese: hai visto Giulia? Subito dopo venivo contattata dall’altra ragazza che si era presentata come la fidanzata di Alessandro Impagnatiello…La ex collega del barman mi aveva raccontato della relazione parallela, della gravidanza e del successivo aborto facendomi capire che temeva per Giulia chiedendomi se, secondo me, mia sorella avesse tentato il suicidio atteso che l’imputato le aveva detto che non poteva lasciare Giulia perché era bipolare e che aveva tentato più volte di togliersi la vita e che ero stata io a chiedere all’imputato di starle vicina per evitare che lo facesse”.

Dopo aver contattato inutilmente Impagnatiello, Chiara Tramontano chiamava la redazione di “Chi l’ha Visto?” per segnalare la sparizione della sorella riempiendo di volantini tutta Senago. Chiara poi parla dell’avvelenamento di Giulia, messo a segno dal presunto assassino:

Da sx il sostituto Alessia Menegazzo e l’aggiunto Letizia Mannella

”Mia sorella diceva che il cibo aveva un sapore assurdo – continua Chiara – anche il latte, anche i pomodori…Mia sorella beveva latte che era chiuso, sigillato con l’alluminio e diceva a mia madre che il giorno dopo che lo aveva aperto aveva un sapore strano e le bottiglie d’acqua puzzavano di candeggina…Giulia beveva tantissime tisane e non trovava alcun sollievo. Accusava dolori fortissimi allo stomaco, lei stava malissimo, soffriva terribilmente, aveva la borsa dell’acqua calda sempre con sé, il dolore di stomaco la stava spegnendo”.

Poi è stata la volta dei colleghi dell’imputato che hanno riferito di menzogne e furti di coltelli costosi, di falsi genitori malati di cancro per ottenere giorni di permesso ingannando i datori di lavoro. Il processo riprenderà a metà maggio.

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