Dopo i fondi per l’esecuzione penale esterna, nuovi stanziamenti per la formazione dei detenuti siciliani. Nordio: “Inclusione reale, lavoro e competenze”.
Il Ministero della Giustizia continua a investire nella formazione e nel reinserimento sociale dei detenuti. Dopo il primo intervento da oltre 16 milioni di euro per l’esecuzione penale esterna, arrivano ora altri 11,2 milioni di euro destinati alla Regione Sicilia per la formazione professionale dei detenuti e lo sviluppo di competenze spendibili sul mercato del lavoro.
L’annuncio arriva direttamente dal Guardasigilli Carlo Nordio, che ha sottolineato l’importanza dell’iniziativa come parte di una strategia più ampia volta a costruire una giustizia più inclusiva. Si rafforza così la sinergia istituzionale con la Regione Siciliana e in particolare con il Presidente Renato Schifani.
I fondi saranno impiegati per realizzare e attrezzare laboratori professionali all’interno degli istituti penitenziari, dove i detenuti potranno apprendere mestieri utili in vista del loro reinserimento nella società. Tra le attività previste: enogastronomia, sartoria, apicoltura, ceramica, falegnameria e altre ancora.
Non si tratta solo di formazione pratica. Il progetto prevede anche un processo di certificazione delle competenze acquisite, così da garantire ai partecipanti la possibilità di inserirsi concretamente nel mondo del lavoro una volta scontata la pena.
L’iniziativa si inserisce nel più ampio programma “Una Giustizia più Inclusiva: Inclusione socio-lavorativa delle persone sottoposte a misura penale”, sviluppato con il supporto della Direzione Generale per il coordinamento delle politiche di coesione, guidata da Gabriella De Stradis. Il finanziamento rientra nel Piano Nazionale Inclusione e Lotta alla Povertà 2021-2027, in cui il Ministero della Giustizia agisce come Organismo Intermedio.
Una misura che va nella direzione della rieducazione sancita dalla Costituzione e che punta a ridurre il rischio di recidiva, costruendo percorsi di autonomia e dignità attraverso il lavoro.