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Decreto Campi Flegrei, il ministro Musumeci: “Dall’emergenza alla prevenzione”

Stanziati 52 milioni di euro per un intervento straordinario nei territori interessati dal bradisismo. Controlli su edifici pubblici e privati e un piano di evacuazione da elaborare entro tre mesi.

Mentre la terra nel napoletano continua a tremare, e qualche sussulto finisce per mandare in tilt anche la Regione – inspiegabile il rifiuto del governatore campano De Luca a contribuire finanziariamente al piano – il Consiglio dei Ministri approva il Decreto Campi Flegrei, l’atteso pacchetto di misure urgenti di prevenzione per l’area interessate da settimane da continue scosse di terremoto di lieve entità.

Regista del provvedimento d’urgenza il ministro alla Protezione Civile e le Politiche del mare Nello Musumeci che già dopo i primi incontri con i suoi stretti collaboratori aveva preannunciato la volontà di affrontare il rischio legato al fenomeno del bradisismo con una legge ad hoc che contenesse procedure semplificate. In poche settimane la proposta è diventata un decreto con il quale Musumeci ha impegnato il governo a stanziare 52 milioni di euro, 15 riassegnati attraverso un nuovo capitolo del bilancio autonomo della presidenza del Consiglio dei ministri destinato alla Protezione Civile e altri 37,2 milioni attinti da risorse già stanziate per la prevenzione del rischio sismico. 

Il ministro Musumeci: “Distribuito un milione di opuscoli nelle scuole”

Il documento elaborato dal ministro ha il pregio di prevedere il coinvolgimento di tutti gli attori in campo nel territorio martoriato dallo sciame sismico – oltre mille le scosse registrate solo nell’ultimo mese – tanto da aver ricevuto il plauso del sindaco di Napoli Gaetano Manfredi – “va nella direzione giusta dal punto di vista delle scelte che vengono fatte” – e del governatore campano Vincenzo De Luca – “credo sia un decreto serio”, salvo poi ritirare l’iniziale disponibilità a partecipare allo sforzo finanziario messo in campo.

“Tutte le risorse finanziarie sono state messe a disposizione dallo Stato, dal governo -ha spiegato il ministro – . Abbiamo chiesto alla Regione Campania, che però ha deciso di non partecipare, ha ritenuto di non doverlo fare, speriamo nelle prossime settimane cambi idea. In ogni caso – ha aggiunto – noi andiamo avanti e intendiamo farlo in collaborazione con gli enti locali e con la prefettura».

Nell’ottica di affrontare l’emergenza del momento e contemporaneamente passare finalmente ad una seria politica di prevenzione, il documento governativo prevede un “piano straordinario di analisi della vulnerabilità delle zone edificate direttamente interessate dal fenomeno bradisismico”. La strategia adottata si articola in quattro punti: uno studio di microzonazione sismica, un’analisi della vulnerabilità sismica dell’edilizia privata, un’analisi della vulnerabilità sismica dell’edilizia pubblica e un programma di implementazione del monitoraggio sismico e delle strutture. A quello per l’analisi delle vulnerabilità si aggiunge poi un altro piano: quello di evacuazione, da elaborare entro i prossimi tre mesi.

La pianificazione, si legge ancora nella bozza del decreto, sarà testata attraverso attività esercitative del servizio nazionale della Protezione civile. Alle esercitazioni si aggiungeranno poi le attività di comunicazione rivolte ai cittadini, con un potenziamento delle iniziative sulla conoscenza dei rischi e delle buone pratiche di Protezione civile. Le attività, a cui parteciperanno anche i volontari, si estenderanno anche a scuole e giornalisti, tramite gli appositi corsi di formazione professionale continua. «La comunicazione per noi è essenziale, bisogna cominciare dalle scuole – ha commentato ancora il ministro Musumeci -. A parte i Campi Flegrei, in questi giorni stiamo distribuendo oltre un milione di opuscoli nelle scuole secondarie di primo grado finalizzate a richiamare l’attenzione degli alunni sulla prevenzione».

Il piano straordinario del governo interviene dopo almeno cinquant’anni di colpevole inazione delle amministrazioni, durante i quali su un territorio come quello dei Campi Flegrei, letteralmente seduto su un supervulcano – una trentina quelli attivi – si è continuato ad edificare come se il rischio non esistesse, creando un tessuto urbanistico caotico, senza ordine e in parte anche abusivo. Atteggiamento che ha contribuito ad aumentare il rischio. Invece che prepararsi al peggio, si è preferito chiudere gli occhi e addirittura costruire nella zona degli ospedali. Invece che disincentivare l’arrivo di nuova popolazione nei comuni interessati, si è deciso di accogliere sempre più residenti. Al caotico proliferare di un’urbanizzazione selvaggia sarebbe stato meglio scegliere di difendere l’intera zona con un parco.

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