Meloni punta all’obiettivo del 10% per la difesa come possibile via d’uscita. Bruxelles avverte: “Risponderemo alle minacce commerciali”.
È arrivata la tanto temuta lettera di Donald Trump all’Unione Europea. Il Presidente americano ha annunciato dazi al 30% su tutti i beni europei a partire dal primo agosto, minacciando di raddoppiarli in caso di ritorsioni da parte di Bruxelles. Una mossa che scuote i mercati e riaccende le tensioni commerciali transatlantiche, con l’Italia che cerca di giocare il ruolo di mediatore.
La strategia della Casa Bianca: pressione massima sull’Europa
Trump ha già imposto dazi del 35% al Canada e minaccia tariffe “del 15 o 20% per gli altri”, in una escalation che coinvolge diversi partner commerciali degli Stati Uniti. La portavoce della Casa Bianca, Karoline Levitt, ha confermato che ci saranno circa 12 lettere in totale per altrettanti Paesi del mondo, delineando una strategia di pressione coordinata.

La lettera all’UE rappresenta il culmine di quanto promesso durante la campagna elettorale, con l’obiettivo dichiarato di riequilibrare i rapporti commerciali che considera sfavorevoli agli Stati Uniti. Il Presidente americano ha scelto la linea dura, sottolineando che qualora Bruxelles dovesse alzare le tariffe sui prodotti Usa, la Casa Bianca è pronta ad aumentare allo stesso modo i dazi.
La reazione dell’Europa: unità e determinazione
L’Unione Europea non è rimasta in silenzio di fronte alle minacce americane. Bruxelles ha avvertito Trump con un chiaro messaggio: “Risponderemo”, confermando la volontà di non subire passivamente l’offensiva commerciale statunitense.

La strategia europea punta sulla compattezza e sulla risposta coordinata, evitando che singoli Paesi membri possano essere isolati nelle trattative.
Meloni e l’obiettivo del 10%: la carta della difesa
In questo scenario di tensione, l’Italia di Giorgia Meloni sta cercando di giocare un ruolo di ponte tra le due sponde dell’Atlantico. La premier ha mostrato apertura verso l’obiettivo del 10% del PIL per le spese militari, definendolo “sostenibile” e dichiarandosi “ottimista”. Una mossa che potrebbe rappresentare una contropartita per ottenere condizioni più favorevoli sui dazi.
L’obiettivo dichiarato di Meloni rimane quello di arrivare a “zero dazi” con gli USA, un traguardo che la premier intende perseguire attraverso il dialogo diretto con Trump. La strategia italiana punta sulla valorizzazione dei rapporti personali e politici.
Le conseguenze per l’economia italiana
Per l’Italia, i dazi potrebbero costare dai 4 ai 10 miliardi di dollari, con 44mila imprese potenzialmente colpite. Un impatto significativo che riguarderebbe settori chiave dell’economia italiana, dalla moda all’automotive, dall’alimentare ai servizi.
Meloni ha definito la misura “sbagliata” ma ha assicurato che “come sempre, agiremo nell’interesse dell’Italia e della sua economia, anche confrontandoci con gli altri partner europei”. Una posizione che cerca di bilanciare la solidarietà europea con la tutela degli interessi nazionali.
Palazzo Chigi: evitare lo scontro commerciale
Palazzo Chigi ha ribadito la necessità di dire “no a uno scontro commerciale”, privilegiando la via del dialogo e della negoziazione. La strategia italiana sembra puntare sul coinvolgimento diretto nelle trattative, sfruttando i canali diplomatici e i rapporti personali per ottenere condizioni migliori.
L’aumento delle spese militari al 10% del PIL, pur rappresentando un impegno economicamente importante, potrebbe essere la carta vincente per ottenere esenzioni o riduzioni sui dazi. Meloni ha assicurato che “non toglieremo un euro alle priorità degli italiani” e nel 2026 “non attiveremo la clausola di salvaguardia prevista dal Patto di stabilità“.
La guerra commerciale annunciata da Trump rischia di indebolire l’intero sistema occidentale in un momento di particolare tensione geopolitica.

L’opposizione italiana – Elly Schlein in primis – ha definito l’iniziativa “una vera follia autarchica”, chiedendo all’Europa di rimanere compatta. “Ci aspettiamo ora una presa di posizione netta e forte da parte del governo e di Giorgia Meloni perché per le loro amicizie politiche non possono danneggiare l’interesse nazionale ed europeo” ha detto la leader del Partito democratico a margine della Conferenza nazionale sulle politiche industriali.