Indagati il marito e il medico legale, oltre a quattro funzionari delle forze dell’ordine. Nuova autopsia e ricostruzione della scena del decesso: si ipotizzano depistaggio e falsità ideologica.
Pesaro – Si riapre, con la speranza di dipanare una matassa ancora aggrovigliata, il drammatico caso della giudice molisana Francesca Ercolini, 53 anni, originaria di Riccia (Campobasso) e presidente della Seconda sezione civile del Tribunale di Ancona, trovata morta nella sua abitazione in viale Zara, a Pesaro, il 26 dicembre 2022. A rinvenire il corpo senza vita della giudice, con un foulard stretto intorno al collo, furono il marito, l’avvocato Lorenzo Ruggieri, e il figlio della coppia, 15 anni all’epoca dei fatti.
Sebbene una prima ricostruzione avesse archiviato il caso come suicidio, la tenacia e l’instancabile ricerca della verità da parte della madre della magistrata, Carmela Fusco, sorella della compianta politica molisana Angiolina Fusco Perrella, hanno portato a una svolta significativa nelle indagini.
Disposta una nuova autopsia
La prossima settimana, venerdì 23 maggio, il gip del tribunale dell’Aquila conferirà formalmente l’incarico a un perito medico-legale. L’esperto avrà il delicato compito di effettuare una nuova autopsia sul corpo della vittima, che verrà riesumato per consentire ulteriori accertamenti. La decisione del giudice aquilano si colloca nell’ambito di un incidente probatorio richiesto con determinazione dalla procura dell’Aquila, che ha accolto le istanze presentate dalla famiglia di Francesca Ercolini.

Fin dal momento del tragico ritrovamento, Carmela Fusco non ha mai accettato l’ipotesi del suicidio per la morte improvvisa della sua amata figlia. Convinta che la verità sia ancora celata tra le mura di quella casa in cui Francesca viveva, la madre ha intrapreso una battaglia legale per fare piena luce su quanto realmente accaduto.
Madre e figlia si scambiavano messaggi ogni giorno. In quelle chat sarebbero conservati video e foto dei presunti maltrattamenti subiti dalla giudice. A rappresentare Carmela Fusco in questa difficile e dolorosa ricerca di giustizia è l’avvocato Giuseppe Lattanzio, del foro di Campobasso, che ha depositato presso la procura dell’Aquila un esposto dettagliato e corredato da una corposa consulenza medico-legale. Sulle carte vengono messe – nero su bianco – una serie di presunte incongruenze e punti oscuri riscontrati negli accertamenti iniziali eseguiti subito dopo il ritrovamento del corpo senza vita della giudice.
Nell’abitazione di Pesaro sarà ricostruita la scena del decesso
Il Gip Marco Billi non si è limitato a disporre la riesumazione del corpo e la nuova autopsia. Accogliendo un’ulteriore richiesta della procura, ha anche autorizzato un esperimento giudiziale che potrebbe rivelarsi cruciale per la ricostruzione degli eventi. Nell’abitazione di Pesaro, posta sotto sequestro fin dal dicembre 2022, verrà meticolosamente ricostruita la scena del decesso. Questo permetterà agli inquirenti e ai periti di analizzare in dettaglio la dinamica degli eventi, le posizioni del corpo, eventuali tracce presenti e ogni altro elemento utile a comprendere cosa sia realmente successo.

Sei persone iscritte nel registro degli indagati
La riapertura formale del caso e l’avvio di queste nuove indagini hanno già portato a un importante sviluppo: l’iscrizione nel registro degli indagati di sei persone. Tra queste figurano: il marito della magistrata deceduta, l’avvocato Lorenzo Ruggeri, il medico legale che eseguì la prima autopsia e quattro funzionari delle forze dell’ordine (uno attualmente in pensione). Le ipotesi di reato contestate, a vario titolo e in base alle diverse posizioni, vanno dal depistaggio alla falsità ideologica, fino alla violazione del segreto istruttorio.
Già in passato la magistratura aveva condotto indagini nell’ambito familiare, ipotizzando i reati di maltrattamento e istigazione al suicidio. Un’ipotesi che, come sottolineato con forza dalla madre di Francesca Ercolini, non poteva essere liquidata con una semplice archiviazione senza aver esplorato a fondo ogni possibile scenario e fugato ogni dubbio.
La determinazione di Carmela Fusco ha trovato un importante riscontro lo scorso novembre, quando il pm dell’Aquila aveva avanzato una richiesta di archiviazione della posizione del marito della giudice. In quell’occasione, il gip aveva respinto la richiesta del pubblico ministero, accogliendo l’opposizione presentata dall’avvocato Lattanzio in rappresentanza della madre. Il giudice aveva invece disposto lo svolgimento di ulteriori accertamenti tecnici e informatici, ritenendo necessario approfondire alcuni aspetti emersi dalle prime indagini.

Da quel momento, l’attività investigativa si è intensificata notevolmente. Gli inquirenti hanno disposto una serie di sequestri di materiale ritenuto rilevante per le indagini, tra cui documenti e oggetti presenti nell’abitazione della vittima. Sono state eseguite perquisizioni e avviate analisi approfondite sui dispositivi elettronici in uso alla famiglia Ercolini, nella speranza di trovare elementi utili a ricostruire gli eventi che hanno portato alla tragica morte della magistrata.
La decisione del gip dell’Aquila di disporre la riesumazione del corpo e la ricostruzione della scena del decesso rappresenta un momento cruciale in questa intricata vicenda. La nuova autopsia, eseguita da un perito indipendente e con competenze specifiche, potrà fornire un quadro più chiaro sulle cause e le modalità della morte di Francesca Ercolini, superando eventuali incertezze o lacune riscontrate nel primo esame autoptico. Allo stesso modo, la ricostruzione della scena del decesso nell’abitazione di Pesaro permetterà di analizzare in modo più accurato le dinamiche degli eventi e di verificare la compatibilità con le diverse ipotesi investigative.
Nei prossimi giorni, con il conferimento dell’incarico al perito, si aprirà una nuova fase cruciale delle indagini. L’esito della nuova autopsia e le risultanze dell’esperimento giudiziale potrebbero finalmente fare luce su un caso che, per troppo tempo, è rimasto un mistero.