Il Capo dello Stato ha affrontato molti temi oltre il superamento dei conflitti: suicidi in carcere, bullismo, occupazione e patriottismo.
Roma – La preoccupazione per Cecilia Sala, la guerra in Ucraina e nella martoriata Gaza ma anche le sproporzionate spese per gli armamenti a livello globale, la violenza contro le donne – con il pensiero a Giulia Cecchettin – il bullismo e lo ‘sballo’ tra i giovanissimi, i salari bassi, la sicurezza sul lavoro (citando i cinque morti della tragedia di Calenzano) le liste d’attesa e i problemi della sanità pubblica. Tanti i temi toccati dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella durante il tradizionale discorso di fine anno, pronunciato ieri sera a reti unificate.
“Interpreto, in queste ore, l’angoscia di tutti per la detenzione di Cecilia Sala. Le siamo vicini in attesa di rivederla al più presto in Italia”, ha detto Mattarella sottolineando che “quanto avviene segnala ancora una volta il valore della libera informazione. Tanti giornalisti rischiano la vita per documentare quel che accade nelle sciagurate guerre ai confini dell’Europa, in Medio Oriente e altrove. Spesso pagano a caro prezzo il servizio che rendono alla comunità”, ha sottolineato il capo dello Stato. “Che il nuovo anno porti vera pace ovunque”, è l’auspicio di Mattarella. Che sugli scenari di guerra osserva che “queste forme di barbarie non risparmiano neppure il Natale e le festività più sentite. Eppure mai come adesso la pace grida la sua urgenza”.
La pace -osserva- non significa sottomettersi alla prepotenza di chi aggredisce gli altri Paesi con le armi, ma la pace del rispetto dei diritti umani, la pace del diritto di ogni popolo alla libertà e alla dignità. Perché è giusto. Perché è l’unica garanzia di una vera pace, evitando che vengano aggrediti altri Paesi d’Europa. Questo è, quindi, il primo augurio che tutti ci rivolgiamo. Che il nuovo anno porti vera pace ovunque”.
“Luci e ombre- continua il messaggio- riguardano anche la nostra Italia. La scienza, la ricerca, le nuove tecnologie aprono possibilità inimmaginabili fino a poco tempo addietro per la cura di malattie ritenute inguaribili. Nello stesso tempo vi sono lunghe liste d’attesa per esami che, se tempestivi, possono salvare la vita. Numerose persone rinunciano alle cure e alle medicine perché prive dei mezzi necessari”.
I dati dell’occupazione poi “sono incoraggianti. Resistono tuttavia aree di precarietà, di salari bassi, di lavoratori in cassa integrazione. L’export italiano registra dati positivi, e così il turismo. Segno che il Paese esercita una forza di attrazione, che va anche al di là delle sue bellezze naturali, delle sue città d’arte, della sua cultura. Con questo aspetto confortante stride il fenomeno dei giovani che vanno a lavorare all’estero perché non trovano alternative, spesso dopo essersi laureati”. Il pensiero va poi ai giovani. “Bullismo, risse, uso di armi. Preoccupante diffondersi del consumo di alcool e di droghe, vecchie e nuove, anche tra i giovanissimi. Comportamenti purtroppo alimentati dal web che propone sovente modelli ispirati alla prepotenza, al successo facile, allo sballo. I giovani sono la grande risorsa del nostro Paese. Possiamo
contare sul loro entusiasmo, sulla loro forza creativa, sulla generosità che manifestano spesso. Abbiamo il dovere di ascoltare il loro disagio”.
Mattarella affronta anche il tema delle carceri: “L’alto numero di suicidi è indice di condizioni inammissibili. Abbiamo il dovere di osservare la Costituzione che indica norme imprescindibili sulla detenzione in carcere. Il
sovraffollamento vi contrasta e rende inaccettabili anche le condizioni di lavoro del personale penitenziario. I detenuti devono potere respirare un’aria diversa da quella che li ha condotti alla illegalità e al crimine. Su questo sono impegnati generosi operatori, che meritano di essere sostenuti“. Sui femminicidi Mattarella parla di “scandalo. Siamo stati drammaticamente coinvolti nell’orrore per l’inaccettabile sorte di Giulia Cecchettin e, come lei, di tante altre donne uccise dalla barbarie di uomini che non rispettano la libertà e la dignità femminile. Non vogliamo più dover parlare delle donne come vittime”.
Infine i temi del patriottismo e della Liberazione. “Patriottismo- dice- è quello dei medici dei pronto soccorso, dei nostri insegnanti, di chi fa impresa con responsabilità sociale e attenzione alla sicurezza”. Nel 2025, conclude Mattarella, “celebreremo gli ottanta anni dalla Liberazione. È fondamento della Repubblica e presupposto della Costituzione, che hanno consentito all’Italia di riallacciare i fili della sua storia e della sua unità. Una ricorrenza importante. Reca con sé il richiamo alla liberazione da tutto ciò che ostacola libertà, democrazia, dedizione all’Italia, dignità di ciascuno, lavoro, giustizia. Sono valori che animano la vita del nostro Paese, le attese delle persone, le nostre comunità”.