Dal reddito di cittadinanza all’assegno di inclusione, viaggio alla scoperta delle nuove misure tra fatti e misfatti

Ecco cosa cambia per incentivare l’occupazione e combattere povertà e disuguaglianza. Dal 1 gennaio i nuovi strumenti che mandano in soffitta i brutti ricordi del reddito di cittadinanza.

Roma – Rimessi nel cassetto i sogni ormai svaniti dietro il flop del reddito di cittadinanza, l’Italia prova a ripartire dall’Assegno di inclusione per rimettere a posto i pezzi di un mercato del lavoro ormai frammentato, per non dire in frantumi. Da oggi infatti è possibile presentare domanda per l’Adi, la misura che offre alle persone fragili o in condizione di grave disagio un sostegno economico e un percorso verso l’inclusione sociale e lavorativa, e che sostituisce il Rdc, funestato fin dai primi giorni della sua comparsa sulla scena da critiche e polemiche. I suoi proponenti gli avevano infatti attribuito due obiettivi molto diversi: non solo contrastare la povertà, ma anche favorire l’occupazione.

Risultato? Ha prevalso l’assistenzialismo e la tanto agognata crescita occupazionale non si è realizzata. Il Rdc è stato mandato in soffitta e ha perso appeal, ed è andato giù in caduta libera già dal primo bimestre del 2023: dati alla mano, le domande giunte all’Inps per accedere al sussidio sono state “solo” 90.287 contro le 261.378 dello stesso periodo del 2022, con una diminuzione del 65,23%. Un crollo di certo dettato dal fattore “psicologico” della misura in scadenza a fine anno. Il Governo ha voltato pagina, annunciando da gennaio 2024 la cancellazione del sussidio, con una nuova ‘creatura’ accompagnata come sempre da bagarre politiche sulle rivoluzioni promesse dall’una e dall’altra parte per incentivare l’occupazione e arginare la povertà.

Ma cosa è cambiato, cosa cambia e quali risultati promette l’Assegno di inclusione? Si riducono certamente la platea dei destinatari e il reddito. A causa di un restringimento di requisiti anagrafici ed economicila misura prevista dal decreto-legge n. 48/2023 comporta una variazione importante del numero di famiglie che beneficiano della misura, rispetto al sussidio previsto dal Governo Conte: si tratta di 900mila nuclei in meno, secondo il calcolo effettuato dagli economisti di Banca d’Italia. Secondo le prime stime dell’Inps saranno 737.400 i nuclei familiari interessati a richiedere l’Assegno, riconosciuto ai nuclei familiari che oltre ad un reddito basso, hanno disabili, minori, over 60 e persone prese in carico dai servizi sociali. La platea comprende 348.100 nuclei con un minore, 215.800 con una persona disabile, 341.700 con un componente di almeno 60 anni.

Nei periodici ‘Occasional papers’ di Bankitalia si evidenzia la ‘stretta’ sui beneficiari, da più di 2 milioni a 1,2 ma anche la partenza da una fascia più bassa con un reddito familiare che si riduce di 1.300 euro all’anno in media. Un calo dell’11% che in alcuni casi arriva a un -34%, cioè 4.630 euro in meno.

Rispetto al reddito di cittadinanza diminuisce l’incidenza sulla povertà assoluta e sulla diseguaglianza – misurata dall’indice Gini del reddito disponibile equivalente – rispettivamente di -0,8 e -0,4 punti percentuali. L’analisi parte dal metodo di Bankitalia BIMic per valutare gli effetti della sostituzione dell’RdC con l’AdI sulla distribuzione dei redditi, sulla povertà e sulla disuguaglianza.

Incidenza della povertà assoluta e sulla disuguaglianza

Nella battaglia ‘Adi vs Rdc’, quanto risparmierà lo Stato? I ricercatori mettono nero su bianco le cifre: 5,8 mld + 1,3 mld, il costo a regime per lo Stato tra Assegno di inclusione e Supporto per la formazione e il lavoro Sfl da 350 euro al mese, che dal primo settembre 2023 fornisce un’indennità condizionata all’adesione a programmi formativi o progetti utili per la collettività. Uno strumento quest’ultimo che ha una durata limitata e strumenti di accesso molto selettivi. Il costo del solo reddito di cittadinanza invece è di 8,8 mld in un anno, e dunque superiore alle due nuove misure.

Partiamo dall’importo: circa 420 euro mensili, oltre 5mila euro in anno – erogati su una Carta di Inclusione – è l’ammontare dell’Adi che è più o meno simile a quanto percepito con l’RdC. Ma alcune famiglie rischiano di essere penalizzate, ad esempio quelle senza minori e senza disabili, oppure con minori, ma di età superiore a 2 anni e in numero inferiore a tre. Non cambia neppure la soglia ISEE di 9360 euro rispetto al reddito di cittadinanza, ma sarà unica per tutti con un reddito familiare di 6mila euro, mentre il RdC differenziava i nuclei tra quelli con abitazione di proprietà (6mila euro) e quelli in affitto (9.360), riconoscendo a questi ultimi costi maggiori connessi alla locazione. I nuclei in affitto con un reddito familiare compreso tra 6mila e 9.360 euro, che in precedenza avrebbero potuto ricevere il RdC, non potranno invece accedere all’AdI.

Benefici per persone con disabilità

Riguardo i rinnovi, l’Assegno di inclusione verrà erogato per un periodo continuativo di 18 mesi e, dopo un mese di sospensione, sarà rinnovabile. Ciascun rinnovo avrà durata pari a 12 mesi. Erano 18 nell’RdC. Le soglie. L’AdI consisterà in un sussidio a integrazione del reddito familiare fino alla soglia di 000 euro annui per i nuclei formati da una sola persona. La soglia di reddito è pari a 7.560 euro se il nucleo è composto da persone tutte di età pari o superiore a 67 anni, oppure da persone di età pari superiore a 67 anni e da altri familiari tutti in condizioni di disabilità grave o di non autosufficienza. I coefficienti di equivalenza saranno più alti per gli individui disabili, ma più bassi per gli adulti tra 18 e 59 anni senza carichi di cura o non inseriti in programmi di cura e assistenza e per i minori.

Le famiglie con figli a carico sotto i 21 anni beneficeranno tuttavia della piena cumulabilità tra l’assegno unico e universale e l’AdI (l’importo dell’RdC è attualmente decurtato in presenza di minori che hanno diritto all’AUU). È stato invece allentatoil requisito di residenza per le famiglie di origine straniera (da 10 a 5 anni) dopo la procedura d’infrazione avviata dalla Commissione europea nei confronti dell’Italia per il Reddito: il requisito da 10 anni era troppo alto.

Ecco come presentare la domanda di Adi. Basta accedere sul sito Inps con Spid, presso i Patronati e dal 1 gennaio anche attraverso i CAF. Direttamente dal portale INPS oppure con il supporto degli intermediari, il richiedente, dopo aver presentato la domanda, deve accedere al Sistema di Inclusione Sociale e Lavorativa (SIISL) e sottoscrivere il Patto di Attivazione Digitale del nucleo familiare (PAD). La natura di misura di contrasto alla povertà e all’esclusione sociale e lavorativa rivolta ai nuclei familiari con persone fragili comporta infatti la necessità di iscriversi alla piattaforma SIISL e di sottoscrivere il PAD del nucleo familiare.

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