Dal decreto Albania alla stretta sulla cittadinanza: le misure approvate in Cdm

Molti i provvedimenti varati. La conferenza stampa dopo la riunione a palazzo Chigi. Passa anche la riforma sull’accesso a medicina e la norma anti-diplomifici.

Roma – Dal decreto Albania alla cittadinanza: il Cdm ha approvato varie misure. Tre decreti legge soprattutto: uno in materia di cittadinanza che prevede una stretta sui discendenti dei nati in Italia, uno per il contrasto dell’immigrazione irregolare per attivare i Cpr nei centri in Albania e un terzo in materia di attuazione delle misure del Pnrr e per l’avvio dell’anno scolastico 2025/2026. E c’è anche un giro di vite contro i cosiddetti “diplomifici”. Via libera anche alla riforma delle amministrazioni straordinarie e per la riforma della vigilanza sugli enti cooperativi e mutualistici. Ok preliminare anche al decreto legislativo che disciplina le nuove modalità di accesso ai corsi di laurea magistrale a ciclo unico in medicina e chirurgia, odontoiatria e protesi dentaria e medicina veterinaria. In conferenza stampa per presentare i provvedimenti presi i ministri Valditara, Bernini, Piantedosi, Urso, Tajani.

Partendo dal decreto Albania, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi sottolinea che interviene sulla legge di ratifica non sul contenuto del protocollo Albania, rendendo possibile, utilizzando la struttura di Gjader, di traferire le persone dall’Italia.. “Questo – spiega – ci consentirà di ridare immediata riattivazione di quel centro che non perde le sue funzioni che sono previste, e non viene snaturato. L’approvazione della relazione annuale sui Paesi di origine sicura è funzionale alla riapertura come luogo in cui affrontare le procedure accelerate di frontiera. Però, a breve, puntiamo a renderlo operativo aprendo alla possibilità di trasferimento di persone dall’Italia che sono già oggetto di un provvedendo di espulsione e di trattenimento presso un Cpr”. I migranti irregolari in Italia potranno essere portati anche nel Centro di permanenza per il rimpatrio in Albania, come in qualsiasi altro Cpr.

Il centro di prima accoglienza allestito a Shengyin in Albania, 11 ottobre 2024.
ANSA/Armand Mero

Sul fronte cittadinanza, con la nuova riforma varata oggi dal governo “si aumenteranno le spese per ottenerla”, ha spiegato il ministro degli Esteri Antonio Tajani, parlando in conferenza stampa. Questi costi ammontavano “a 300 euro; dal primo di gennaio abbiamo cambiato a 600 euro, la proposta è di arrivare a 700 euro. Perché i Comuni, soprattutto quelli piccoli, sono ingolfati”, ha sottolineato. “Ovviamente non si toglie il passaporto a chi l’ha già ottenuto onestamente, ma non ci saranno sanatorie. D’ora in poi si diventa cittadini se si hanno fino ai nonni italiani”, ha sottolineato. Il nuovo provvedimento sulla cittadinanza, basato sul cosiddetto ius sanguinis, cambia le regole. Finora bastava dichiarare di avere un trisnonno nato nel nostro Paese per poter avere l’opportunità di ottenere la cittadinanza. Ora invece al massimo i nonni devono essere nati in Italia. “La riforma della cittadinanza tutela i veri cittadini italiani all’estero. Basta con gli abusi. Diamo un duro colpo a chi la usava per fare affari” rivendica il vicepremier.

Via libera anche al primo decreto che attua la delega per l’addio ai test di accesso. La riforma prevede l’abolizione del test d’ingresso con la previsione di un semestre ad accesso libero e dunque il superamento del numero chiuso, così come lo abbiamo conosciuto fino ad oggi, con il conseguente aumento graduale dei posti disponibili, +30mila dal 2023 nell’arco dei successivi 7 anni. “Il numero chiuso a medicina come lo abbiamo conosciuto fino ad ora non esiste più, abbiamo infranto il tabù, – ha detto la ministra Bernini in conferenza stampa – sarà aperto progressivamente sulla base dei fabbisogni: abbiamo istituito un osservatorio ed è sulla base di questo che apriremo ogni anno di un qualcosa in più, creando un numero sostenibile. Abbiamo aderito alla teoria del numero aperto in maniera sostenibile, progressiva e programmata per non scassare il sistema universitario con una apertura improvvisa e non programmata”. 

La riforma dell’accesso a medicina

Il Consiglio dei ministri ha approvato, su proposta del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, il disegno di legge delega sulla riforma delle amministrazioni straordinarie e degli enti cooperativi e mutualistici. Si tratta di un provvedimento che, da un lato, semplifica la disciplina dell’amministrazione straordinaria e ne rende più efficiente la gestione e, dall’altro, aggiorna il quadro legislativo per gli enti cooperativi e mutualistici, adattandolo alle nuove dinamiche dell’attuale contesto economico e sociale. E ancora, a seguito degli eventi sismici avvenuti il 9 marzo 2023 nel territorio delle frazioni di Pierantonio e di Pian d’Assino del Comune di Umbertide in Provincia di Perugia, e della frazione di Sant’Orfeto del Comune di Perugia, il governo Meloni ha deciso di stanziare la somma di un milione e 205 mila euro.

In Cdm ok alla norma contro i cosiddetti ‘diplomifici‘. “Deve partire già dal prossimo anno scolastico”, ha anticipato al Tg1 il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara. “Vogliamo una scuola seria, una scuola dove i diplomi non si regalano, vogliamo una scuola che sia all’altezza delle straordinarie potenzialità dei nostri giovani: quindi – ha spiegato il ministro – con decreto legge la norma contro i diplomifici entrerà subito in vigore. Non sarà più possibile fare 4 anni in 1, è una misura che abbiamo fortemente voluto”.
Si prevede tra l’altro, a quanto si apprende, l’obbligo del registro elettronico; le commissioni di ammissione dovranno avere un presidente esterno; un ragazzo che vuole saltare un anno sarà esaminato da un docente esterno di scuola statale.

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