Dagli Usa all’Italia impazza la “pet economy”, 65 milioni gli animali domestici

Un vero e proprio business attorno a loro: asilo la mattina, yoga nel pomeriggio e la sera una corsa al parco col personal trainer.

Roma – I nostri amici a 4 zampe trattati come gli altri componenti della famiglia. Lo pensa la sociologia, considerata da sempre una sorta di… “pronto soccorso del sapere”.  Secondo molti autori, grazie ai nostri cari amici a 4 zampe che riempiono le abitazioni degli italiani, si può parlare di “famiglie multispecie”. Si tratta di famiglie allargate, in cui gli animali domestici sono parte integrante del gruppo, tanto da essere considerati soggetti e non cose di proprietà. Al punto da essere trattati come figli, fratelli, nipoti. Sono decenni che è in corso una sorta di processo di “umanizzazione” dei i nostri amici a 4 zampe, per cui la considerazione a livello di un parente è la logica conseguenza.

Gli effetti di questa sorta di rivoluzione sono rilevanti al punto che è in atto una trasformazione culturale del concetto di famiglia. Il fatto di avere animali domestici condiziona persino l’acquisto di una casa, il luogo del lavoro e i viaggi. Inoltre, intorno a loro c’è un giro d’affari impressionante: negli USA si parla di 103 miliardi di dollari. Addirittura, in una famiglia senza figli ma con animali in casa, si può verificare di ritardare o rinunciare a una gravidanza. Finanche nei tribunali esistono norme a favore degli animali e nei casi di divorzio si stabilisce a quale genitore “affidarlo”. Non ci è dato sapere come questa decisione venga assunta.

Forse su quante volte un cane abbaia o un gatto miagola nel guardare uno dei due contendenti, chissà! In Italia, seguendo l’influsso statunitense, la “pet economy” è diventato un vero e proprio business. Si parla di asilo la mattina, yoga nel pomeriggio e, per finire, la sera una corsa al parco col personal trainer! Non è che, pensando di offrire benessere agli animali, subiscono troppo stress, con questo “tour de force”? In Italia son ben 65 milioni gli animali domestici, considerando, cani, gatti, furetti, pesci, piccoli mammiferi e rettili.

Negli USA esiste l’Esa (Emotional, Support Animals) un certificato a cura di uno psichiatra o psicologo, che ratifichi la necessita di un “animale da supporto emotivo” per chi soffre di ansia, depressione, attacchi di panico, fobie, disturbi dell’umore, che permette ai possessori di usufruire di alcuni servizi gratis, quali: aereo, cinema, ristorante, teatro dell’opera. Tra gli animali da “supporto emotivo”, primeggia il cane, ma anche altri stanno iniziando a farsi largo: caprette, conigli, tartarughe e maialini. Ma si è sicuri che gli animali amino questo trattamento. Secondo l’etologia (la scienza che studia il comportamento animale) trattarli come esseri umani è un errore di comunicazione, che potrebbe provocare delle difficoltà.

Si dovrebbe interagire con loro seguendo il linguaggio animale. Se vengono trattati per quello che sono è il solo modo per gli umani di manifestare il loro affetto. Evitare, soprattutto, di utilizzare tutti quegli attrezzi, tipo passeggini e zaini che vietano di seguire la loro natura animale. Inoltre, si consiglia di non considerare l’animale come un sostituto di ciò che manca agli umani. Ad esempio, un cane vive le emozioni del suo padrone e può sviluppare una serie di difficoltà. I cani e gatti comprendono benissimo lo stato d’animo dell’umano che gli sta accanto, ma non riescono a comunicarlo, perché parlano un’altra lingua.

Se è vero che gli animali danno tanta gioia alle famiglie e la “pet therapy” produce benefici a chi è affetto da disturbi psichiatrici e neurologici, è altrettanto vero che trattarli come bambini non si fa altro che commettere una violenza nei loro confronti. Perché gli animali vanno rispettati per quello che sono, non essere trasformati in peluche da esibire!

Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp
Email
Stampa