Siamo alle solite: igienizzanti e mascherine venduti a prezzi esorbitanti con rincari da capogiro. Forse dell’ordine impegnate nella repressione degli odiosi illeciti in tutta Italia.
A Roma, grazie alla segnalazioni di alcuni cittadini sono scattati i controlli degli agenti del commissariato PS di Porta Maggiore. I poliziotti del commissariato capitolino, diretto da Irene Di Emidio, in collaborazione con gli agenti della divisione Polizia amministrativa della Questura di Roma, retta da Angela Cannavale, hanno eseguito un’attenta verifica della merce sposta al pubblico confrontando i prezzi di acquisto con quelli di vendita. Così facendo gli agenti operanti scoprivano la maggiorazione sul prezzo di acquisto pari a circa il 330% di 3891 mascherine della serie FFp1, prive del marchio CE e di circa il 270% su 37 mascherine della serie FFp3 e su 354 flaconi di gel igienizzante da 100 ml cadauno che avevano un rincaro pari a circa il 290% ovvero venduti a 8 euro l’uno. Al termine dei controlli la merce sanitaria, considerata in questo periodo salvavita, è stata sequestrata ed il titolare della farmacia, un italiano di 40 anni, è stato denunciato alla Procura della Repubblica per manovre speculative su merci e frode in commercio.
A Messina la polizia Municipale ha effettuato controlli nei confronti di una farmacia del centro storico, accertando la mancanza di prezzi esposti e la vendita di mascherine chirurgiche a prezzi notevolmente più alti rispetto a quelli di mercato. I vigili urbani, diretti dal comandante vicario del Corpo, commissario Giovanni Giardina, hanno elevato una contravvenzione per la mancata esposizione dei prezzi sui banconi della rivendita di medicinali e sanitari, riservandosi di procedere a denuncia penale per la vendita di prodotti con prezzo maggiorato.
Purtroppo la speculazioni su quelli che possono essere annoverati tra i generi di prima necessità dilaga a macchia d’olio in tutte le regioni d’Italia senza distinzione tra farmacie e parafarmacie. Tutte le forze dell’ordine sono impegnate nel contrastare questa odiosa tipologia di illeciti posti in essere da esercenti senza scrupoli che sfruttano il momento drammatico che stiamo vivendo per fare cassa. Per il reato di manovre speculative su merci, previsto dall’art. 501 bis del codice penale, in caso di condanna è prevista la pena della reclusione da 6 mesi a 3 anni e la multa da 516 sino a 25.822 euro oltre all’interdizione dall’esercizio di attività commerciali o industriali per le quali sia richiesto uno speciale permesso, una speciale abilitazione, autorizzazione o licenza da parte dell’autorità preposta e la pubblicazione della sentenza.