Un piano strutturato e straordinario in auto a famiglie e imprese ma se la pandemia non verrà arrestata la crisi potrebbe diventare di dimensioni epocali. Non aspettiamoci nulla dall’Europa, né adesso né dopo.
Il governo ha predisposto il piano per fronteggiare l’emergenza coronavirus. “…Nessuno è indenne – ha detto il premier Conte – da questo tsunami…”. I leader dei 27 Paesi hanno espresso parere favorevole alla proposta della Commissione europea di introdurre una restrizione temporanea per tutti i viaggi non essenziali verso l’Ue, per un periodo di 30 giorni. Il paziente italiano è al momento servito, dal governo, con una cura economica dagli esiti incerti. Si spera comunque che sopravviva.
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha firmato il decreto legge “Cura Italia” dunque dopo la pubblicazione in gazzetta eccolo trasformato in legge. E siccome sono i numeri quelli che contano in questo tragico frangente, vediamo che cosa contiene il più congruo provvedimento salva italiani del secolo. Fra le altre cose è stato disposto il rinvio del referendum sul taglio dei parlamentari ma questo era facile intuirlo. La norma, contenuta nelle prime bozze e poi sparita, consente la possibilità di rinviare all’autunno il voto per evitare rischi di contagio: il referendum si può indire entro 240 giorni dall’ordinanza che lo ha ammesso e che risale a fine gennaio. La data potrebbe essere fissata tra i 50 e i 70 giorni successivi e quindi l’ultima data utile sarebbe il 22 novembre. Confermato l’impianto del provvedimento con gli aiuti per famiglie e imprese. Tra le novità passa da 600 a 500 milioni il fondo che servirà sia per i danni dell’intero settore aereo sia per la costituzione di una New Company pubblica per Alitalia.
La cassa integrazione (Cig) in deroga per tutto il territorio nazionale e per tutti i settori produttivi, per un periodo massimo di 9 settimane, anche per le imprese escluse dagli ammortizzatori sociali, comprese quelle agricole, della pesca e del terzo settore, previo accordo sindacale anche in via telematica (accordo non richiesto per i datori di lavoro che occupano fino a cinque dipendenti). E’ escluso il lavoro domestico.
E’ stata prevista una indennità di 600 euro per il mese di marzo per i lavoratori autonomi, le partite Iva, i Co.co.co, gli stagionali del settore turismo e degli stabilimenti termali, nonché gli operai agricoli a tempo determinato e i lavoratori dello spettacolo.
E’ vietato, inoltre, licenziare per i prossimi due mesi sulla base del “giustificato motivo oggettivo”, così come è stato prorogato anche il termine per presentare la domanda di disoccupazione agricola. Tutti i versamenti nei confronti delle pubbliche amministrazioni, compresi contributi previdenziali e assistenziali e i premi per l’assicurazione obbligatoria, in scadenza il 16 marzo sono prorogati al 20 marzo prossimo.
Per imprese, autonomi e professionisti, sotto i 2 milioni di ricavi i versamenti alla cassa per saldare le ritenute, l’Iva annuale e mensile, nonché i contributi previdenziali e quelli Inail, sono rinviati al 31 maggio e potranno essere pagati in un’unica soluzione o in massimo 5 rate mensili. Come se alla fine di un incubo che ha azzerato i guadagni dei professionisti potesse ritornare tutto, improvvisamente, alla normalità grazie ad un miracolo.
La sospensione fino al 31 maggio dei pagamenti di ritenute, contributi previdenziali, assistenziali e dell’Iva di marzo riguarda anche il trasporto merci, il settore turistico-alberghiero, termale, trasporti passeggeri, ristorazione e bar, cinema e teatri, sport, istruzione, parchi divertimento, eventi, sale giochi e centri scommesse, trasporto merci.
Sono stati sospesi anche tutti gli adempimenti fiscali con scadenza tra l’ 8 marzo e il 31 maggio 2020. I versamenti sospesi sono effettuati, senza applicazione di sanzioni e interessi, in un’unica soluzione entro il 31 maggio 2020 o mediante rateizzazione fino a un massimo di 5 rate mensili di pari importo dal mese di maggio. Vale sempre l’idea del miracolo di prima ma come si farà?
Molto importante avere riconosciuto per gli esercenti di negozi e botteghe un credito d’imposta nella misura del 60% dell’ammontare del canone di affitto, relativo al mese di marzo (che si spera venga esteso).
Inoltre per le erogazioni liberali in denaro e in natura, effettuate nell’anno e finalizzate a finanziare gli interventi per fronteggiare l’emergenza coronavirus è prevista una detrazione pari al 30%, per un importo non superiore a 30.000 euro e per un periodo di nove mesi all’estensione della moratoria fino a 18 mesi prevista per i mutui prima casa anche ai lavoratori autonomi e ai liberi professionisti che autocertifichino in un trimestre successivo al 21 febbraio 2020 un calo, superiore al 33%, del fatturato dell’ultimo trimestre 2019 a causa della chiusura o della restrizione della propria attività per l’emergenza. Per quest’ultima agevolazione, all’accesso al Fondo, non è richiesta la presentazione dell’Isee. Anche per i risparmiatori truffati dalle banche messe in liquidazione avranno tempo fino al 18 giugno per fare domanda di indennizzo.
Lo smart working diventa modalità ordinaria di lavoro nelle pubbliche amministrazioni e può essere applicata a ogni rapporto di lavoro subordinato. I lavoratori del settore privato affetti da gravi e comprovate patologie hanno priorità nell’accoglimento delle domande di lavoro agile. I datori di lavoro sono tenuti ad autorizzare la modalità di lavoro agile ai lavoratori dipendenti che abbiano nel proprio nucleo familiare una persona con disabilità ospitata in un centri riabilitativi.
Iter semplificati – fino al 30 giugno – per la detenzione domiciliare di chi deve scontare una pena (anche residua) fino a 18 mesi (prevista dalla legge n.199/2010), con la previsione di “controllo mediante mezzi elettronici”, il cosiddetto braccialetto elettronico, per pene comprese tra 7 e 18 mesi. Nel decreto legge Cura Italia vengono confermate – all’articolo 123 – le novità circolate finora sulle misure per “alleggerire” il sovraffollamento carcerario in questo momento di emergenza sanitaria. Esclusi dal beneficio i reati più gravi (quelli indicati dall’articolo 4 bis dell’ordinamento penitenziario), i maltrattamenti in famiglia e lo stalking. Non potranno essere ammessi a tale procedura semplificata anche i detenuti ritenuti “delinquenti abituali, professionali o per tendenza”, quelli sottoposti al “regime di sorveglianza particolare” e coloro che sono stati sanzionati in via disciplinare in carcere: tra questi, quindi, anche chi si è reso protagonista delle sommosse degli ultimi giorni. Infine, con l’articolo 124 si prevede che “anche in deroga al complessivo limite temporale massimo”, ossia 45 giorni, stabilito dall’ordinamento penitenziario, “le licenze concesse al condannato ammesso al regime di semilibertà – si legge nel testo – possono avere durata sino al 30 giugno 2020”.