Fa sempre un certo senso leggere di scandali della giustizia e di “toghe sporche” ma anche di professionisti, imprenditori, manager e funzionari pubblici “maneggioni” e “faccendieri”. Una situazione avvilente come quella del crescente numero di politici corrotti. Occorrono regole nuove in tutti i settori della vita pubblica per ricostruire una nuova società post Covid.
Roma – Salvini si preoccupa per la propria posizione di indagato, chiede garanzie di imparzialità al presidente della Repubblica. Luca Palamara risponde su Twitter, nel giorno del ricordo della morte del magistrato palermitano: “…Da Giovanni Falcone c’è solo da imparare – ha detto Palamara – ogni giorno nella vita, ancora più quando si commettono errori. Quanto al senatore Salvini, avete ragione voi, quando si sbaglia bisogna ammetterlo ed io l’ho fatto, esprimendo il mio più profondo rammarico per le parole riferite…”. Leggere di tali vicende rammarica. Fa sempre un certo senso leggere di scandali della giustizia e di “toghe sporche” ma anche di professionisti, imprenditori, manager e funzionari pubblici “maneggioni” e “faccendieri”. Ed è ancora più avvilente apprendere che il numero dei politici corrotti tende a salire specie in tempi di pandemia come questi. La vita politica è avvilente, da qualsiasi punto di vista. Nonostante tutto non bisogna rassegnarsi ma tentare di creare una nuova coscienza civica che abbia gli stessi valori ideali di coloro i quali si sono sacrificati per la collettività.
Negli ultimi giorni, dopo una lunga pausa, stranamente hanno ritrovato vigore e spazio mediatico le intercettazioni sul telefono del magistrato Luca Palamara, coinvolto in un’inchiesta della procura di Perugia, che riguardano politici e altri giudici. Il polverone si è subito alzato e al di là dei contenuti penalmente rilevanti, sono arrivati puntuali i provvedimenti disciplinari del Csm. E la storia si ripete: chi è che divulga alla stampa i contenuti delle intercettazioni? C’è una regia occulta che giostra tempi e occasioni propizie? Comunque stiano le cose oggi è il giorno di Salvini per il caso Gregoretti e della Giunta per le immunità e le elezioni che dovrebbe riunirsi oggi per dibattere sul caso Open Arms. Ci saranno novità? Tutto da vedere. Comunque stiano le cose la fiducia egli italiani su politica e giustizia è ridotta a zero. Specie dopo questo periodo catastrofico durante il quale sono stati commessi errori giganteschi con danni enormi ma, ne siamo certi, nessuno pagherà.
L’Italia si è avvicinata al suo punto fisiologico di rottura e c’è chi sta spingendo in questo senso, inutile nascondersi dietro un dito. Non passa giorno che non vengano diramate notizie contraddittorie sul virus, sui morti, sui nuovi approvvigionamenti di mascherine e guanti che esistono solo nella fantasia, e nel cervello malato, di chi passa le veline. Tutto il resto, se qualcuno non se ne fosse accorto, è allo sfascio. Nelle periferie, specie al Nord, la situazione è desolante. Centinaia gli esercizi commerciali che non hanno riaperto. E non si contano più i cittadini che non hanno ricevuto il sussidio per sopravvivere. Ha ragione il ministro Lamorgese quando avverte di non tirare oltre la corda per timore di assalti e aggressioni. Il pericolo è reale e, come al solito, non saremmo nelle condizioni per affrontarlo. Perchè arrivare alla rivolta fratricida?
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