Dal prestigioso ateneo l’allarme ‘ndrangheta in Lombardia per troppi anni disatteso da politica e impresa
Il prof. Paolo Pinotti ha tenuto a Milano, il 19 novembre scorso, presso la sede dell’università, una Lectio Inauguralis della sua Associate professorship in Economic analysis of crime, la cattedra in analisi economica del crimine, creata dall’Università Bocconi di Milano, grazie a un donatore anonimo, che ha, tra gli altri, l’obiettivo di quantificare il “peso” della criminalità organizzata sullo sviluppo economico.
Il tema riguardava la relazione causale tra la presenza della criminalità organizzata in un territorio e livelli più bassi del Pil pro-capite e tassi maggiori di disoccupazione, dati che possono essere scientificamente provati.
A tale proposito, Alessandra Dolci, procuratore aggiunto e capo della direzione distrettuale antimafia di Milano, presente all’evento, ha lanciato un appello: «Il fenomeno dell’infiltrazione della ‘ndrangheta nel nostro territorio è stato grandemente sottovalutato da molti imprenditori. Questa sottovalutazione deve essere superata. Dobbiamo avere la percezione che in “casa” abbiamo un grosso problema e dobbiamo essere tutti uniti dall’affrontarlo… Abbiamo modo di monitorare nelle nostre indagini che durante le competizioni elettorali sono i candidati che si rivolgono al mafioso che controlla il territorio per avere il pacchetto di voti non viceversa…».
Il professor Pinotti, approfondendo il tema, ha evidenziato quanto la criminalità danneggi l’economia di un Paese e lo dimostrano i dati relativi al rapporto causale esistente tra la presenza della criminalità organizzata in un territorio e livelli più bassi del Pil pro-capite e i tassi maggiori di disoccupazione. Dati che possono essere scientificamente provati.
Anzi, il professore ha specificato che “l’avvento della criminalità organizzata ha determinato una riduzione tra il 15 e il 20% del Pil pro-capite regionale su un arco di 30 anni in Puglia”.
Dove è presente la criminalità organizzata, è molto più facile assistere a episodi di corruzione e intimidazione dei politici. E, oltre alla corruzione, le organizzazioni criminali fanno anche un uso strategico della violenza.
Da rilevare, poi, che i peggiori effetti di lungo periodo del soggiorno obbligato e una politica finalizzata a rescindere i legami dei malavitosi con le organizzazioni criminali di appartenenza si sono, nella realtà, tradotti nell’espansione della criminalità organizzata in alcune località del Nord.
“Per quanto riguarda le regioni del nord, abbiamo attività irregolari legate a traffici di droga e riciclaggio di denaro, infiltrazioni nel tessuto economico, politico e sociale che non fanno ben sperare” ha aggiunto Pinotti.
Nicola Gratteri, Procuratore di Catanzaro, ha poi sottolineato che “Le mafie vengono al nord perché sono zone ricche e, se offri prestazioni d’opera a basso costo, operai sottopagati, smaltimento rifiuti illegale, gli imprenditori ti accolgono spesso a braccia aperte”.
E’ un errore pensare che la mafia e l’ndrangheta cerchino solo profitto. Cercano il controllo del territorio. L’impresa mafiosa è un agente di trasformazione sociale. Quando arriva, la concorrenza si assottiglia e cambiano le regole.