Crediti d’imposta fittizi per 183 milioni: maxi sequestro della Finanza a Brescia

Sotto accusa una società “fantasma” con sede fittizia a Roma. Sequestrati crediti fiscali IVA e DTA per evitare frodi al fisco.

Brescia – La Guardia di Finanza del Gruppo di Brescia ha eseguito, su delega della Procura della Repubblica locale, un provvedimento di sequestro preventivo d’urgenza per un valore complessivo di oltre 183 milioni di euro. Si tratta di crediti d’imposta fittizi – nello specifico, 45 milioni di euro in crediti D.T.A. (Deferred Tax Assets) e 138 milioni in crediti IVA – generati da una società di capitali risultata priva di reale operatività. Il sequestro, finalizzato a impedire che tali crediti entrassero nel circuito economico legale, è stato convalidato dal Tribunale del Riesame di Brescia.

L’indagine: crediti generati da una società cessata

L’inchiesta, condotta dai finanzieri in collaborazione con l’Agenzia delle Entrate – Direzione Regionale Lazio, ha portato alla luce un sofisticato sistema di frode: la società in questione, formalmente con sede legale a Roma ma priva di sede operativa, era stata creata ad hoc con lo scopo di produrre e cedere crediti fiscali fittizi. L’impresa è attualmente cessata d’ufficio, su provvedimento dell’Agenzia delle Entrate.

I crediti erano stati inseriti in dichiarazioni fiscali compilate con dati inventati, privi di riscontro nella documentazione contabile. Alcuni dei crediti IVA erano già stati oggetto di richiesta di rimborso, da cui l’urgenza del sequestro.

Cosa sono i crediti DTA e IVA

  • D.T.A. (Deferred Tax Assets): sono crediti fiscali legati a perdite o deduzioni non immediatamente utilizzabili, pensati per sostenere la liquidità delle imprese e anticipare benefici fiscali futuri. Possono essere compensati o ceduti a terzi.
  • Credito IVA: si genera quando, nei rapporti di fatturazione, l’IVA sugli acquisti supera quella sulle vendite, dando diritto a un rimborso o a una compensazione fiscale.

Le condotte accertate configurano le ipotesi di:

  • Indebita percezione di erogazioni pubbliche (art. 316-ter c.p.),
  • Dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici (art. 3 del D.Lgs. 74/2000).

Obiettivi del sequestro

Le misure cautelari si sono rese necessarie per:

Rafforzare il diniego del rimborso IVA per l’ammontare di 138 milioni, già richiesto all’Agenzia delle Entrate.

Evitare la circolazione nel mercato legale di crediti fittizi, che sarebbero potuti essere utilizzati per compensare debiti fiscali o ceduti a terzi;

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