Crac del gruppo Epolis: condanna a 9 anni per l’editore Rigotti, 5 per il fondatore Grauso

Partito da Cagliari nel 2004, il progetto dei quotidiani free press venne esportato in altre regioni. Poi la crisi e il fallimento dichiarato nel 2011.

Cagliari – Sono arrivate le condanne per il crac da 130 milioni di euro del gruppo editoriale Epolis, attivo in diverse regioni italiane con numerose testate giornalistiche. A distanza di otto anni dal rinvio a giudizio, deciso nel maggio 2016 dal gup del tribunale di Cagliari Giovanni Massidda, la prima sezione del tribunale di Cagliari ha emesso oggi le sentenze.

L’ex editore Alberto Rigotti è stato condannato a nove anni di reclusione, mentre Nicola Grauso, fondatore della free press, ha ricevuto una pena di cinque anni. La sentenza accoglie in gran parte le richieste del pubblico ministero Giangiacomo Pilia. Ulteriori condanne sono state inflitte a Sara Cipollini e Michela Veronica Crescenti, ciascuna con una pena di quattro anni, a Alessandro Valentino, condannato a tre anni e nove mesi, e a John Gaethe Visendi, che ha ricevuto una condanna di tre anni e sei mesi.

Alcuni capi d’accusa sono stati dichiarati prescritti, mentre per altri gli imputati sono stati assolti. Rigotti e Grauso sono stati inoltre interdetti “in perpetuo” dai pubblici uffici, mentre per gli altri condannati (Cipollini, Crescenti, Valentino e Visendi) l’interdizione durerà cinque anni. I condannati dovranno anche risarcire i giornalisti che si sono costituiti parte civile, ma l’entità dei risarcimenti sarà definita successivamente dal giudice.

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