La richiesta di verità dei parlamentari di Fratelli d’Italia in commissione d’inchiesta sulla gestione dell’emergenza pandemica.
Roma – “Lo scandalo delle mascherine importate durante la gestione del commissario straordinario Domenico Arcuri, nominato da Giuseppe Conte, continua a contornarsi di criticità. Dopo che il Tribunale di Roma ha condannato i contribuenti italiani a risarcire la Jc Electronics per illegittima risoluzione del contratto di importazione di mascherine, ora i giudici hanno condannato l’Inail a risarcire un funzionario dell’Agenzie delle Dogane, Miguel Martina, per il danno derivante da mobbing di cui sarebbe stato vittima ad opera di altri funzionari proprio mentre indagava su questa opaca vicenda dei dispositivi sanitari”. Così in una nota i parlamentari di Fratelli d’Italia componenti della commissione d’inchiesta sulla gestione dell’emergenza Covid.
I due casi giudiziari “appaiono collegati e gettano pesanti ombre sulla gestione della pandemia. Fratelli d’Italia – si legge nella nota dei parlamentari – intende fare chiarezza, per questo è stato chiesto in commissione d’inchiesta di convocare in audizione il funzionario delle Dogane Miguel Martina e tutti quei funzionari o altri soggetti che risultano coinvolti in questa vicenda. È un passaggio necessario per chiarire i fatti e accertare responsabilità individuali”.
Una settimana fa la rivelazione della vicenda da parte dei parlamentari di Fdi che avevano fatto notare come grazie alle indagini dell’uomo “è emerso lo scandalo delle mascherine cinesi, inadeguate agli standard di sicurezza sanitaria, che finivano in Rsa, ospedali e agli agenti delle forze dell’ordine. Si apprende, sempre da fonti stampa, che i funzionari che avrebbero deposto false dichiarazioni contro il
lavoratore, sarebbero stati poi promossi. Vicende gravi, – avevano scritto – sulle quali è doveroso fare chiarezza. Questo dimostra che il nostro personale medico, infermieristico, le nostre forze dell’ordine venivano dipinti come eroi, ma erano vittime mandate al macello senza protezioni prima e con protezioni inadeguate poi”.
Sempre in tema Covid e mascherine, la commissione d’inchiesta sta seguendo la vicenda di milioni di mascherine al centro di un’inchiesta sugli sprechi del Covid emersi nella trasmissione “Farwest” che ha seguito la pista di un contratto che sarebbe stato stralciato illegittimamente durante la pandemia e per cui Palazzo Chigi è stato condannato a risarcire il fornitore con oltre duecento milioni di euro. La notizia non è passata indifferente alla politica, soprattutto alla commissione parlamentare d’inchiesta sul Covid voluta da Fratelli d’Italia. La levata di scudi e la necessità di chiarezza è partita dal ministro Tommaso Foti, allora capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera che tuona: “Alla già pesante eredità del governo Conte si aggiunge un nuovo capitolo: 200 milioni di euro da risarcire alla JC Electronics. L’azienda, pronta a fornire mascherine in piena emergenza Covid, si è vista bloccare il contratto di fornitura a causa di una clamorosa ‘svista’ del Commissario Straordinario Domenico Arcuri”.
Nel frattempo, “l’Italia continuava a importare dalla Cina dispositivi irregolari e dannosi, – prosegue l’attacco Foti – per un affare che la magistratura stima in 1,25 miliardi di euro. Questo episodio conferma la superficialità con cui l’ex premier Giuseppe Conte, l’allora ministro della Sanità Roberto Speranza e il Commissario Arcuri hanno gestito l’emergenza pandemica, con pesanti conseguenze economiche e sanitarie per la Nazione. Gli italiani meritano spiegazioni perché è inaccettabile che debbano pagare per errori di tale gravità”.
“A distanza di 4 anni dai giorni più bui della pandemia tanti aspetti restano ancora oscuri e numerose responsabilità sono da accertare”, fa notare il deputato Fdi Andrea Tremaglia, membro della Commissione d’inchiesta sul Covid. “Farwest, ha messo in luce un altro retroscena inquietante, ovvero l’acquisto da parte del Commissario Arcuri di milioni di mascherine, mai utilizzate. Si tratterebbe – aggiunge – dell’ennesimo spreco di denaro pubblico, che pesa sulle nostre tasche, per di più perpetrato in un momento drammatico per la salute collettiva e per l’economia della nostra Nazione”.