Covid, Buonguerrieri (FdI): “Lo Voi? Quasi 3 mesi per rispondere alla commissione”

La denuncia degli esponenti della bicamerale sulla gestione dell’emergenza pandemica. Intanto il gup di Roma assolve Arcuri.

Roma – Il procuratore capo di Roma Francesco Lo Voi è nella bufera dopo il caso Almasri. Ma non solo. A tirarlo in ballo è anche la commissione bicamerale d’inchiesta sulla gestione dell’emergenza Covid, per la gestione Arcuri dell’emergenza pandemica. “Il procuratore capo di Roma, Francesco Lo Voi, ci ha messo tre giorni per iscrivere mezzo Governo nel registro degli indagati. Lo stesso Lo Voi è apparso invece alquanto meno celere nei confronti della commissione”, ha affermato in una nota la deputata Alice Buonguerrieri, capogruppo di Fratelli d’Italia in commissione Covid.

L’11 novembre 2024, infatti, ricostruisce la deputata, “il presidente della commissione gli ha chiesto di trasmettere tutti gli atti e documenti dei procedimenti penali a carico, oltre che di altri, dell’ex commissario Arcuri, dei ministri e dei dirigenti che hanno gestito l’emergenza pandemica. Soltanto ieri, dopo ripetuti solleciti, Lo Voi ha inviato una comunicazione che, oltre ad essere tardiva, è del tutto parziale. Questa approssimazione di Lo Voi complica i lavori di un organo parlamentare”.

Anche il senatore di Fratelli d’Italia Gianni Berrino, componente della commissione Covid sottolinea che l’audizione “dell’ex commissario per l’emergenza Covid, Domenico Arcuri, prevista la prossima settimana, è stata in parte compromessa dall’atteggiamento del procuratore capo di Roma, Francesco Lo Voi. L’aver inviato in ritardo e in modo parziale la documentazione richiesta dalla commissione ormai quasi tre mesi fa limita la funzione cui la commissione bicamerale d’inchiesta sul Covid è preposta. Gli italiani, tuttavia, hanno diritto di conoscere la verità su quella stagione e Fratelli d’Italia farà di tutto per farla emergere nella sua interezza”.

I due esponenti di Fratelli d’Italia parlano poche ore prima che esca la notizia che il Gup di Roma ha assolto Domenico Arcuri dall’accusa di abuso d’ufficio nell’ambito del processo relativo all’importazione di mascherine dalla Cina. L’imputazione riguardava una fornitura di oltre 800 milioni di dispositivi avvenuta nel marzo 2020, che, secondo l’accusa, aveva causato un danno economico alle casse dello Stato per oltre 1,2 miliardi di euro. La decisione di assoluzione si è basata sul fatto che il reato di abuso d’ufficio non è più configurabile secondo la normativa vigente”.

Domenico Arcuri

Per quanto riguarda gli altri dieci imputati, che hanno scelto il rito ordinario, il Gup ha deciso di trasmettere gli atti alla Corte Costituzionale, sollevando una questione di legittimità sulla formulazione dell’attuale reato di “traffico di influenze illecite”. La Corte dovrà ora esprimersi sulla questione. Sempre la commissione bicamerale d’inchiesta sulla gestione dell’emergenza Covid, sta cercando di fare luce su un contratto d’acquisto di mascherine regolari annullato per importare, invece, mascherine irregolari.

“È molto grave l’accusa rivolta all’allora commissario straordinario per l’emergenza Covid, Domenico Arcuri, dal fondatore della Jc Electronics, azienda che dovrà essere risarcita dallo Stato per la commessa di mascherine illegittimamente revocata. L’audizione avvenuta stamattina allunga nuove ombre sulla gestione della fase pandemica da parte di Arcuri, che è bene ricordare essere stato nominato da Giuseppe Conte”, ha sottolineato Gianni Berrino, componente della commissione parlamentare d’inchiesta sulla gestione dell’emergenza Covid. Per il senatore di Fdi Guido Liris, componente della Commissione, “nonostante i tentativi ostruzionistici delle opposizioni, la Commissione prosegue speditamente il proprio lavoro. Lo dimostra l’audizione del rappresentante della Jc Electronics, azienda che ha vinto una causa contro lo Stato italiano per l’annullamento ritenuto illegittimo dell’acquisto di una consistente commessa di mascherine”.

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