Continua a mareggiare la polemica relativa a Delmastro e Donzelli in merito alla detenzione di Alfredo Cospito in regime di 41 bis. Attacchi del Pd che però si vede rinfacciare la visita ai mafiosi in carcere.
Roma – Non mancano argomenti per criticare il Governo, ma le opposizioni si concentrano sulle rivelazioni di Donzelli. Le indagini sono in corso per una denuncia della sinistra, il giurì d’onore è al lavoro e, nonostante ciò, le polemiche permangono senza attendere le valutazioni degli organi competenti. Cambiando registro, è necessario ricordare che per meglio amministrare un’Italia sempre più in sofferenza è utile maggiore mitezza e meno arroganza. Per tutti, nessuno escluso.
La critica è sempre semplice elargirla a chicchessia, ma una solida forza parlamentare dovrebbe concentrarsi contestualmente al giudizio di un provvedimento proponendo, se ritenuto negativo, una proposta alternativa seria, fattibile ed autorevole. Ma nulla di ciò viene fatto, se non per grandi linee. Allora si preferisce comportarsi come un bambino viziato a cui è stato fatto uno sgarbo e che decide di non giocare o confrontarsi più con la squadra avversaria. Questo è ciò che sta avvenendo da parte di una forza politica che si sente offesa e umiliata da alcune insinuazioni.
Non si placa, pertanto, l’irritazione del Pd e della sinistra verso Delmastro, nel mirino dopo l’inchiesta a suo carico nata dalle rivelazioni al collega di partito Giovanni Donzelli di un rapporto del Dap, riservato ma non secretato, sulla detenzione al 41bis dell’anarchico Alfredo Cospito, in sciopero contro la misura decisa dall’allora Guardasigilli Marta Cartabia e che il Pd aveva votato. Nel rapporto del Dap veniva ufficializzata la notizia, peraltro diffusa da alcuni giornali, che una nutrita delegazione Pd era andata a trovare l’estremista condannato a 30 anni per terrorismo ed era finita a parlare con i boss mafiosi, suoi compagni di ora d’aria e sostenitori della battaglia di Cospito contro il regime detentivo che tanto dà fastidio ai boss. Difficile pensare che Delmastro, nel riferire la circostanza a Donzelli, abbia violato alcun segreto, per questi motivi l’indagine dei pm è destinata a naufragare nel nulla, ma la sinistra si appende a un avviso di garanzia, appunto garanzia di difendersi e chiarire, non sentenza passata in giudicato.
Stranamente la notizia diffusa, in quest’ultimo caso di indagine giudiziaria, non è ritenuta in violazione del segreto dell’indagine di Delmastro. Una violazione di cui nessuno si lamenta e indaga. La giustizia si conferma, così, il teatro di scontro preferito delle opposizioni, in sfregio alla tenuta democratica delle istituzioni che la sinistra si ostina a dire di voler difendere. “Non parteciperemo a nessuna seduta di aula o commissione dove sarà presente il sottosegretario Andrea Delmastro in rappresentanza del Governo” afferma la presidente dei senatori del Pd Simona Malpezzi, anche a nome di M5S e Alleanza Verdi-Sinistra. E così tocca al viceministro alla Giustizia Francesco Paolo Sisto sostituire il sottosegretario nella commissione Giustizia del Senato per non alimentare una polemica sterile.
Insomma, si instaura un clima di intimidazione a cui Fdi non si piega. Infatti, se si continua con questi atteggiamenti il clima non potrà che inasprirsi, come ha detto anche il capogruppo di Azione alla Camera Matteo Richetti. Nel frattempo, i capigruppo di Camera e Senato Tommaso Foti e Lucio Malan ribadiscono che Delmastro è nel pieno delle sue funzioni di governo, ma colgono l’occasione per rilanciare il guanto di sfida accusando il Pd di un’asserita superiorità morale che cozza contro atteggiamenti politicamente irresponsabili che oltraggiano le istituzioni. Insomma, un teatrino che bisognerebbe evitare, proprio per non creare un ulteriore solco tra cittadini e politica.