Giovanni Fortunato

Corruzione: ai domiciliari il sindaco di Santa Marina, Giovanni Fortunato, e un imprenditore napoletano [VIDEO]

I due avrebbero concordato una tangente da 100.000 euro per un permesso edilizio senza piano di lottizzazione. Sequestrati oltre 160.000 euro in contanti.

Salerno – Corruzione nella gestione del territorio e favoritismi negli appalti edilizi. Con questa accusa Giovanni Fortunato, sindaco di Santa Marina, e un imprenditore napoletano sono stati posti agli arresti domiciliari. A eseguire la misura, questa mattina, i militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Salerno e dalla Sezione di Polizia Giudiziaria della Procura.

Secondo quanto emerso dalle indagini coordinate dalla Procura della Repubblica e svolte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Salerno e dalla Compagnia della Guardia di Finanza di Vallo della Lucania, i due soggetti sono indagati per corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio.

Tangente per costruire senza lottizzazione

Al centro dell’inchiesta, l’accordo illecito che avrebbe visto Giovanni Fortunato ricevere, attraverso un tecnico compiacente, 100.000 euro in contanti in cambio del rilascio di un permesso a costruire in assenza del previsto piano di lottizzazione. A versare la somma sarebbero stati due imprenditori napoletani, uno dei quali finito agli arresti. Entrambi sono titolari di una società immobiliare interessata a edificare nel comune cilentano.

Durante le indagini, svolte tra l’altro con intercettazioni telefoniche e ambientali, perquisizioni domiciliari e l’analisi di dispositivi elettronici, nel luglio 2023 le forze dell’ordine hanno sequestrato oltre 160.000 euro in contanti.

Il video

Un sistema di gestione “clientelare” della cosa pubblica

Dalle investigazioni sarebbe emersa una gestione distorta della macchina amministrativa. Il sindaco, oltre al ruolo politico, sarebbe sistematicamente entrato nell’attività tecnica degli uffici comunali, condizionando decisioni e pratiche edilizie in favore di imprenditori amici. Questi ultimi, secondo la ricostruzione, venivano indirizzati ad affidare i propri progetti a tecnici “di fiducia” del sindaco, da cui transitavano compensi e vantaggi personali.

Secondo la Procura, si tratterebbe di un sistema consolidato. Se confermato in sede giudiziaria, getterebbe luce su un grave caso di commistione tra interessi pubblici e privati.

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