Consiglio d’Europa: domani l’elezione del segretario generale, i nomi in lizza

Candidati l’ex commissario Ue della giustizia Reynders, l’ex ministro estone Indrek Saar, e l’ex presidente della Svizzera Alain Saar.

Strasburgo – Domani sera, mentre le più alte cariche dell’Unione europea non saranno state ancora decise, il Consiglio d’Europa avrà il suo nuovo segretario generale che guiderà per i prossimi 5 anni l’istituzione
paneuropea creata alla fine della Seconda Guerra Mondiale. In lizza ci sono solo uomini – l’ex commissario Ue della giustizia, il belga Didier Reynders di area liberale, l’ex ministro della cultura estone Indrek Saar, e l’ex Presidente della Svizzera Alain Saar, entrambi di area socialista.

A dover scegliere chi succederà alla croata Marija Pejcinovic Buric, alla guida dell’istituzione durante la pandemia Covid e soprattutto nel momento in cui la Russia ha invaso l’Ucraina ed è stata quindi espulsa dal Consiglio d’Europa, sarà l’assemblea parlamentare riunita in sessione plenaria a Strasburgo la settimana prossima. Le votazioni sono a scrutinio segreto, e per vincere al primo turno bisogna ottenere la maggioranza assoluta dei voti espressi, al secondo turno basta una maggioranza semplice.

Marija Pejcinovic Buric

Secondo diverse fonti il favorito è l’estone Saar, ma la partita resta aperta. A favorire Saar, che ha iniziato la
carriera nel mondo del teatro prima di entrare in politica, è l’appoggio di gran parte del partito socialista, il più nutrito all’assemblea parlamentare, ma anche il fatto che è l’unico in lizza ad esserne stato membro ripetutamente tra il 2007 e il 2023. L’altro candidato di area socialista, l’ex presidente svizzero, può contare sul fatto che è stato ‘la prima scelta’ del comitato dei ministri del Consiglio d’Europa, quindi dei governi.

Infine Reynders, che si presenta per la seconda volta, e che 5 anni fa ha perso contro Marija Pejcinovic Buric, può contare sul sostegno dei liberali e probabilmente dei popolari, rispettivamente il quarto e secondo gruppo più numeroso all’assemblea. Alcune fonti affermano che non ci sono state consegne nei gruppi a votare un candidato particolare. Resta il fatto che fare pronostici sul vincitore non è semplice perché
nell’assemblea entrano in gioco non solo gli schieramenti politici ma anche fattori come la collocazione geografica dei Paesi e i rapporti tra Stati. 

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