Commercio: Codacons, tracollo in valore e in volume delle vendite al dettaglio

L’associazione commenta i dati Istat: “I numeri dimostrano ancora una volta l’impatto dell’inflazione sulle spese degli italiani”.

Roma – “Prosegue anche nel 2025 il trend negativo delle vendite al dettaglio, che si aggrava a febbraio, mese che fa registrare un vero e proprio tracollo su base tendenziale”. Lo afferma il Codacons, commentando i dati diffusi oggi dall’Istat. “Sul fronte del commercio la situazione in Italia sta peggiorando – sottolinea l’associazione –. Se su base mensile le vendite rimangono stazionarie, su base annua si assiste ad una sensibile riduzione che riguarda sia i volumi, in picchiata del -2,5% su febbraio 2024, sia i valori, che segnano un -1,5%, il dato peggiore degli ultimi dieci mesi”.

“I numeri dell’Istat dimostrano ancora una volta l’impatto dell’inflazione sulle spese degli italiani – dichiara il presidente Carlo Rienzi –. La nuova fiammata dei prezzi al dettaglio registrata nell’ultimo periodo, infatti, porta le famiglie a tagliare i consumi e dirottare gli acquisti verso esercizi commerciali come i discount che garantiscono maggiori risparmi. Un segnale preoccupante che il governo farebbe bene ad intercettare, studiando misure utili a sostenere i consumi delle famiglie che continuano a non ripartire”. 

Nei giorni scorsi l’allarme lanciato sui dati choc dell’inflazione, con la corsa dei prezzi, anche meno rispetto alla stima preliminare. Un’impennata che, su base tendenziale, prosegue ininterrottamente da settembre 2024, passando da 0,7% a 1,6%, più del doppio in appena 5 mesi. Una “fiammata dovuta anche al caro bollette, contro le quali, purtroppo, il Governo è intervenuto tardivamente, non impedendo gli effetti nefasti sull’inflazione” aveva affermato Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, commentando i dati Istat sull’inflazione. In testa alla graduatoria delle città più care d’Italia stilata dall’Unione Nazionale Consumatori sui dati di febbraio si classifica Bolzano dove l’inflazione tendenziale pari a +2,6%, pur essendo “solo” la terza più alta d’Italia dopo Siracusa (+2,8%) e Rimini (+2,7%).

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