Andrea Sempio

Chiara Poggi: la difesa di Sempio chiede chiarezza sulla data d’iscrizione nel fascicolo per omicidio

I legali vogliono appurare se il loro assistito risulti iscritto in un altro procedimento per un’ipotesi di reato diversa dall’omicidio. Il 9 aprile l’incidente probatorio.

Pavia – La difesa di Andrea Sempio, nuovamente indagato per l’omicidio di Chiara Poggi avvenuto a Garlasco nel 2007, ha depositato presso la Procura di Pavia un’istanza basata sull’articolo 335 del codice di procedura penale. I legali Massimo Lovati e Angela Taccia mirano a ottenere informazioni precise sulla data di iscrizione del 37enne nel registro degli indagati per omicidio, un caso riaperto dopo un iter tormentato: due bocciature del gip e un passaggio in Cassazione che, a dicembre 2024, ha accolto il ricorso dei pm, dando il via libera alle nuove indagini.

Un’indagine dai contorni incerti

Sempio, amico del fratello di Chiara, era già stato indagato nel 2016 – con archiviazione nel 2017 – e di fatto scagionato anche nel 2020, quando un’ulteriore richiesta di revisione avanzata dalla difesa di Alberto Stasi era naufragata. Ora i legali vogliono chiarire non solo quando il fascicolo sia stato riaperto, ma anche se il loro assistito risulti iscritto in un altro procedimento per un’ipotesi di reato diversa dall’omicidio. Quest’ultima voce, circolata come indiscrezione stampa nei giorni scorsi, è stata smentita da fonti vicine alle indagini. Tuttavia, la Procura non è obbligata a rispondere: la legge consente di mantenere il riserbo, specie se ci sono esigenze di segretezza investigativa.

Il maxi incidente probatorio alle porte

Intanto, dopodomani, 9 aprile, è fissata un’udienza cruciale davanti alla gip Daniela Garlaschelli: sarà conferito l’incarico al genetista forense Emiliano Giardina – noto per il caso Yara Gambirasio – per un maxi incidente probatorio. L’obiettivo è un’analisi genetica a tappeto, che confronti il Dna di Sempio con le tracce biologiche rinvenute sotto le unghie di Chiara Poggi e su reperti mai esaminati o dal risultato incerto, come il frammento di un tappetino del bagno. L’accertamento coinvolgerà anche i profili genetici di Stasi e di altri maschi che frequentavano la villetta di via Pascoli all’epoca del delitto.

Stasi e la semilibertà

Lo stesso 9 aprile, al Tribunale di Sorveglianza di Milano, si terrà l’udienza sulla richiesta di semilibertà di Alberto Stasi, condannato in via definitiva a 16 anni (non 15, come talvolta riportato erroneamente) per l’omicidio della fidanzata e detenuto a Bollate da 10 anni. Stasi, che si è sempre proclamato innocente, potrebbe beneficiare di un regime di semilibertà, avendo scontato oltre metà della pena e lavorando già fuori dal carcere come contabile. La coincidenza temporale tra le due udienze accende i riflettori su un caso che, a 18 anni dai fatti, continua a dividere l’opinione pubblica.

Le mosse della difesa di Sempio

L’istanza ex art. 335 cpp appare come un tentativo di fare luce su una vicenda che per Sempio, oggi 37enne, rappresenta un incubo ricorrente. “Vogliamo trasparenza sulla sua posizione”, hanno dichiarato i legali, che contestano la vaghezza delle accuse e la solidità degli elementi emersi. Le tracce di Dna sotto le unghie di Chiara, attribuite a Sempio da una consulenza della Procura datata febbraio 2024, erano già state segnalate nel 2016 dalla difesa di Stasi, ma giudicate non decisive per via della possibile contaminazione indiretta – ad esempio, attraverso il computer di casa Poggi usato da entrambi.

La Procura, guidata da Fabio Napoleone con il procuratore aggiunto Stefano Civardi e la pm Valentina De Stefano, punta invece sulle nuove tecnologie genetiche per dissipare i dubbi. Resta da vedere se l’incidente probatorio, affidato a Giardina, porterà a una svolta o confermerà le conclusioni passate, lasciando intatta la condanna di Stasi e archiviando, ancora una volta, la posizione di Sempio.

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