Chi dorme non piglia pesci (e spesso si ammala pure!)

Secondo una recente ricerca, troppo riposo nel weekend favorirebbe l’invecchiamento precoce. Come rimediare allora ai ritmi frenetici quotidiani?

Roma – La vita di molte persone, almeno quelle che un lavoro ce l’hanno, è cadenzata da un ritmo a cui non si può sottrarsi. Levatacce all’alba, soprattutto se si è pendolari, bus urbani affollati, per non parlare dei ritardi cronici. Si giunge sul posto di lavoro già stremati. Il week end viene, spesso, utilizzato per dormire, cercando di recuperare il sonno perduto durante la settimana. Questo accade se non bisogna far fronte alle altre incombenze della vita che per forza di cose, si trascinano nel fine settimana.

Una recente notizia ci informa che dormire tanto nel week end per recuperare il sonno perso durante la settimana, può favorire l’invecchiamento precoce. Almeno secondo una ricerca dell’Università di Augusta in Georgia, USA. In Italia sono circa 12 milioni di persone vittime di disturbi del sonno, come è stato sottolineato dall’Associazione Italiana per la Medicina del Sonno (AIMS).

Le fasi del sonno

Oggetto della ricerca statunitense sono stati poco più di 6 mila adulti che hanno partecipato al “Sondaggio sull’esame sulla salute e sulla nutrizione” realizzato negli USA tra il 2011 e il 2014. I criteri di valutazione hanno riguardato durata, efficienza, irregolarità del sonno e marcatori dell’invecchiamento biologico. Altre ricerche hanno associato a questi fattori il ”jet lag sociale” (tradotto in disritmia). Com’è noto, si tratta di è una discronia del ritmo sonno-veglia che causa un disturbo del sonno temporaneo. Inoltre, riduzione delle capacità cognitive, diabete, obesità, disturbi dell’umore e ipertensione. I motivi per cui questo accade non è del tutto stato compreso. Con molta probabilità la causa va cercata nell’interruzione del nostro ritmo circadiano interno. Ovvero il ritmo fisiologico caratterizzato da un periodo di circa 24 ore. Il termine è di derivazione latina, deriva da “circa” e “diem” e significa “intorno al giorno”.

Sin dalla notte dei tempi, pare, il corpo dell’essere umano sia regolato da diversi orologi interni, il cui centro si trova nel cervello e viene riattivato con la luce del giorno. Però, se viene vissuta in maniera non uniforme durante il giorno, i nostri orologi interni possono andare in tilt. Secondo gli studiosi, l’eccessiva esposizione alla luce, le attività notturne, l’uso compulsivo dei dispositivi elettronici influiscono negativamente sul ciclo del sonno. Con effetti deleteri sul sistema cardiovascolare, memoria, impulsività, umore, comportamento, sessualità, aggressività, idee suicide. Come sempre, quando si effettuano ricerche, vengono dispensati consigli per evitare la degenerazione dell’oggetto di studio. Nel caso in questione “Occorre agire a valle, allungare sistematicamente e regolarmente il tempo dedicato al sonno durante la settimana, attuando le regole di igiene del sonno”.

Se si dorme poco e male ne risente tutta la giornata (e anche la salute)

Ne ricordiamo alcune: la stanza in cui si dorme dovrebbe contenere l’essenziale per dormire; deve essere buia, silenziosa e con una temperatura adeguata; evitare di assumere nelle ore serali bevande a base di caffeina; evitare alcool e fumo di tabacco; mangiare leggero; evitare sonnellini diurni ad eccezione del breve sonnellino post-prandiale; evitare esercizi fisici di media-alta intensità ed attività molto impegnative di studio. Ora, senza mettere in discussione né la ricerca e nemmeno i consigli propinati è da evidenziare come, nella realtà quotidiana, siano impossibili da mettere in pratica.

Perché quelle condizioni esistono solo nella teoria o in “laboratorio” e non tengono conto di tante variabili e imponderabilità che caratterizzano la vita delle persone. Per fare ciò sarebbe necessaria una rivoluzione che mutasse i rapporti e i modi produttivi, in modo da farsi guidare dal motto marxiano “da ciascuno secondo la sua capacità, a ciascuno secondo il suo bisogno”. Ma anche qui, siamo nel mondo dei sogni”. Ora se “chi dorme, non piglia pesci” e si ammala pure, sarebbe il caso di farsi benedire!

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