Grazie al volontariato il tenero quattro zampe verrà curato dal Comune di Messina che provvederà al suo mantenimento
Chi non ha mai posseduto un animale non può capire il legame che si crea tra un cane e chi lo possiede.
Una delle testimonianze di questo inscindibile legame è l’incredibile storia di Nerone, il cane che nei giorni scorsi ha commosso i presenti prima e il web successivamente, per aver vegliato per giorni il suo papà umano, ricoverato in ospedale, e poi per aver partecipato al funerale del padrone per accompagnarlo nel suo ultimo viaggio.
Nerone è un cagnone nero di 10 anni che, abbandonato da cucciolo tra le vie di Ganzirri, una frazione di Messina, si era adattato a vivere per strada e, come prevede la legge siciliana, era diventato un cane di quartiere.
Viveva libero, amato da tutti, e qualche persona di buon cuore provvedeva a sfamarlo, finché non è arrivato Angelo Sciarrone e tra loro si è instaurato un legame fortissimo.
Nerone lo seguiva dappertutto e, pian piano, persino dentro casa e quando aveva voglia di uscire grattava la porta e Angelo saliva sulla bicicletta e lo accompagnava lungo il percorso.
Due corpi e un’anima, come dicevano in paese, ma purtroppo la notte del 24 dicembre Sciarrone muore e Nerone segue il feretro fino alla chiesa. Un volontario capisce il suo dolore e chiede al prete il permesso di farlo entrare, per dargli la possibilità di assistere al funerale.
Finito il funerale e spenti i riflettori Nerone torna nei pressi della casa del suo ex proprietario, ma l’uscio non si apre più.
Le voci si rincorrono, arriva la notizia che Nerone è stato picchiato da chi voleva allontanarlo da quella che considerava la sua casa; gli animalisti, che prima non si erano mobilitati per trovare una sistemazione a Nerone, insorgono e chiedono la testa dei parenti del defunto, rei, a dir loro, di aver minacciato e maltrattato l’anziano cane.
Jessica Scimone di Fedelambiente ODV Messina si reca a casa Sciarrone, per mettere in sicurezza il cane, ma i parenti, che abitano al piano superiore, raccontano un’altra verità. Il cane non è mai stato picchiato e loro hanno a cuore le sorti dell’animale, ma non possono più lasciarlo entrare perché al piano inferiore non c’è più nessuno. Pertanto Nerone non potrebbe uscire a suo piacere, come faceva quando Angelo era in vita. Loro hanno solo chiesto ai volontari di non mettere le copertine davanti all’uscio di casa, impedendone il passaggio.
Jessica trova comunque una sistemazione a Nerone, per non lasciarlo in strada, grazie all’aiuto di Ivana Fiumanò, che si offe di ospitarlo a casa sua, a pochi metri da dove è sempre vissuto. La notte avrà riparo e di giorno il cane potrà scorrazzare per le strade del paese, dove tutti lo conoscono e lo amano, in attesa che possa essere reimmesso sul territorio o, perché no, adottato.
Si scopre che il cane non ha microchip, non è castrato, eppure un’associazione che da sempre ha il monopolio quasi esclusivo del randagismo messinese lo reclama, sostenendo che se ne è sempre occupata.
E qui viene da chiedersi come mai, se davvero se ne sono occupati i volontari dell’associazione, in 10 anni gli stessi non abbiano provveduto a castrarlo, o quanto a meno vasectomizzarlo, e per quale ragione il cane fosse sprovvisto di chip.
In attesa di risposte, possiamo solo sperare che il clamore ed il tam tam sul web si spenga, perché l’esposizione mediatica potrebbe essere controproducente a Nerone.
Al momento, ex lege, il cane è stato microchippato a nome del comune di Messina, ed affidato alle cure di Jessica e Ivana in attesa che il veterinario dell’ASP lo visiti e stabilisca se può essere castrato o meno, viste le non proprio rosee condizioni di salute. In caso contrario, e forse sarebbe un bene, non potrà tornare a girovagare da solo.