Cecilia Sala, l’Iran smentisce un collegamento tra il suo arresto e quello di Abedini

Il portavoce del ministero degli Esteri di Teheran: “Sulla giornalista aperta un’inchiesta, nessun legame con la vicenda del nostro ingegnere fermato in Italia”.

Roma – Non esiste alcun legame tra gli arresti di Cecilia Sala e Mohammad Abedini Najafabadi. A sottolineare la posizione ufficiale del governo iraniano è stato oggi il portavoce del Ministero degli Esteri, Esmail Baghaei, che ha inoltre comunicato l’apertura di un’inchiesta sul caso Sala.

Nel frattempo, in Italia, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha annunciato per giovedì a Roma una riunione del “Quint” sul Medio Oriente, con particolare attenzione alla situazione in Siria e Iran. All’incontro parteciperà anche il segretario di Stato americano Antony Blinken. Durante la riunione, Tajani intende discutere anche delle relazioni con Teheran, in particolare in relazione all’arresto di Cecilia Sala.

Secondo le dichiarazioni ufficiali, l’arresto della giornalista italiana, avvenuto in Iran il 19 dicembre senza che le siano state formulate accuse precise, non sarebbe collegato a quello dell’ingegnere iraniano Mohammad Abedini Najafabadi, avvenuto tre giorni prima all’aeroporto di Malpensa su mandato statunitense per presunta esportazione illegale di tecnologia sensibile in violazione delle sanzioni americane.

“La giornalista italiana”, attualmente detenuta in isolamento nel carcere di Evin, “è stata arrestata per violazione delle leggi iraniane“, ha affermato Baghaei, precisando che eventuali dettagli sul caso saranno comunicati dal portavoce della magistratura.

In merito alla detenzione di Mohammad Abedini in Italia, Baghaei ha dichiarato: “Consideriamo questo arresto una forma di ostaggio nei confronti dei cittadini iraniani. Le accuse sono prive di fondamento. Chiediamo che le relazioni con l’Iran non siano influenzate da pressioni esterne. Seguiamo questa vicenda fin dal principio”.

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