Catturato il detenuto fuggito dal carcere della Dozza, evasioni in crescita

La Confederazione sindacati penitenziari: “Servono maggiori risorse e sistemi di sorveglianza all’avanguardia per garantire la sicurezza”.

Bologna – E’ durata “poco meno di tre giorni la fuga del detenuto albanese evaso dal reparto della semilibertà della Casa Circondariale Rocco D’Amato, grazie al Coordinamento degli Uomini della Polizia Penitenziaria di Bologna e del Nucleo Investigativo Regionale a cui va un grande plauso”. Ne danno annuncio il segretario regionale Emilia Romagna della Confederazione Sindacati Penitenziari CON.SI.PE. Giuseppe Navarra e il Dirigente Locale Gaetano Passaretta che ribadiscono: “il sistema penitenziario nazionale va rivisto, servono maggiori risorse e sistemi di sorveglianza all’avanguardia per garantire l’adeguata sicurezza all’interno degli istituti, la situazione ormai è diventata insostenibile servono interventi urgenti del governo”.

Per il segretario nazionale Francesco De Curtis “ i tentativi di evasione a livello nazionale sono in forte crescita, la carenza di organico ormai è cronica, il sistema penitenziario ha bisogno di aggiornamenti sia organizzativi che strumentali per stare al passo della criminalità” conclude. Il detenuto 34enne si era allontanato in tutta tranquillità dal carcere della Dozza e, scavalcando un muro, aveva fatto perdere le sue tracce il 29 marzo. Pare che una porta del penitenziario bolognese fosse aperta. E’ accaduto la sera intorno alle 22 mentre l’uomo, che godeva del beneficio della semilibertà e usciva dal carcere per lavorare, veniva trasferito nelle sezioni interne dell’edificio. Al 34enne era stata infatti notificata la revoca della semilibertà a causa di una nuova condanna. Dopo l’evasione era subito iniziata la caccia all’uomo, e infine la cattura.

Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp
Email
Stampa