Le indagini per accertare le cause e le eventuali responsabilità sono in corso ma qualcuno parla di assegnazioni illegali e di ritorsioni nei riguardi di chi non cede alle minacce. Solo ipotesi mentre si prosegue con i sopralluoghi per individuare le cause della tragedia che si è portata via tre fratelli minacciando la vita agli altri 4 componenti della famiglia.
Catanzaro – L’intera comunità calabrese è ancora sconvolta per la morte dei tre fratelli Saverio Corasoniti, 22 anni, Aldo Pio di 15 e Mattia Carlo di 12, deceduti a seguito di un violento incendio sviluppatosi nella loro abitazione di via Caduti 16 marzo 1978. La tragedia, nella quale è stata coinvolta l’intera famiglia, si è consumata nella notte fra il 21 ed il 22 ottobre scorsi al quinto piano di uno stabile dell’Aterp nel popoloso quartiere Pistoia.
Nella ricostruzione degli inquirenti e dei vigili del Fuoco emerge il dramma in tutta la sua devastante realtà. E’ notte e in casa Corasoniti-Mazzei i sette congiunti, madre, padre e cinque figli, dormono tutti. Poi, improvvisamente, divampa l’incendio. Fiamme e fumo avvolgono persone e cose. In pochi attimi il rogo distrugge la vita di Saverio, Aldo Pio e Mattia Carlo che avevano tentato di fuggire sul balcone gridando aiuto sino a quando si accasciavano sul pavimento carbonizzati e asfissiati dal fumo.
Arrivano i pompieri appena in tempo per evitare la stessa tragica sorte a papà Vitaliano, 42 anni, alla mamma Rita Mazzei, di 41, e agli altri due figli Zaira Mara di 12 anni e Antonello di 14. I quattro congiunti, salvati con l’autoscala, sono stati smistati in ospedali diversi. Rita, raccontano i vicini, ha cercato di proteggere la figlia con un abbraccio prima di essere avvolta dalle fiamme.
La donna, al momento, lotta tra la vita e la morte nel centro grandi ustionati di Bari mentre Mara Zaira è stata ricoverata in un centro pediatrico specializzato di Napoli. Il padre delle vittime è stato intubato e si trova ricoverato nel reparto di rianimazione dell’ospedale Pugliese-Ciaccio di Catanzaro insieme all’altro figlio Antonello. Insomma poteva essere una strage e meno male che l’incendio non si è propagato in altri appartamenti che, nel frattempo, si erano svuotati per la fuga dei condomini in strada.
Adesso saranno i carabinieri e i tecnici dei vigili del Fuoco a stabilire le cause dell’incendio ma non si può escludere l’origine dolosa del rogo. La famiglia Corasoniti risiedeva nel palazzo popolare da cinque anni. Vitaliano fa il venditore ambulante mentre la moglie è casalinga. I pochi soldi guadagnati servivano per curare Saverio, il più grande dei tre fratelli deceduti, affetto da autismo.
Il suo caso era stato segnalato, circa un anno fa, da alcune associazioni in una nota indirizzata al Comune di Catanzaro ed alla Regione Calabria. Vitaliano, tempo addietro, aveva pubblicato un video su Facebook nel quale si rivolgeva all’amministrazione comunale per avere informazioni in merito ad una richiesta di sostegno e assistenza domiciliare al figlio malato protocollata da diversi mesi e rimasta inevasa.
Il destino non era stato affatto generoso con Vitaliano ed i suoi familiari. L’uomo aveva subìto minacce e furti nella casa dove abitava prima assieme a moglie e figli. L’abitazione era stata occupata abusivamente mentre la sfortunata famiglia si trovava al mare. Nonostante tutti gli sforzi possibili, complice anche una legge che non funziona, Vitaliano Corasoniti ed i suoi furono costretti a lasciare la loro casa dove gli abusivi si erano anche impossessati del cane che solo grazie ai vigili del Fuoco il capofamiglia aveva potuto recuperare.
Una volta senza un tetto sulla testa Vitaliano aveva iniziato una nuova battaglia per vedersi assegnato un alloggio popolare che, alla lunga, aveva ottenuto dal Comune calabrese. Lo stesso appartamento dove la morte ha sterminato la sua sfortunata famigliola. C’è una relazione fra quell’occupazione abusiva e l’incendio nel quartiere Pistoia?
”…Nei giorni scorsi – scrive su Facebook il sindaco Nicola Fiorita – avevamo già incontrato l’Aterp e manifestato al Prefetto la necessità di elaborare una strategia complessiva di governo della zona Sud della città raccogliendo una assoluta condivisione di questa urgenza…Sappiamo che occorre una risposta forte dello Stato e che essa deve essere accompagnata da un analogo sforzo sul versante sociale, con un adeguato investimento nei quartieri dimenticati da decenni. Catanzaro deve essere una comunità forte e unita, deve isolare le mele marce e aiutare chi è rimasto indietro…”. Troppo tardi.
Ad ogni buon conto la locale Procura della Repubblica ha aperto un fascicolo per incendio colposo e disastro colposo. Qualche sospetto grava sul racket delle assegnazioni abusive di cui la disgraziata famiglia sarebbe stata già vittima. Le indagini da parte dei carabinieri e del Nucleo investigativo antincendio proseguono per accertare le cause della tragedia.