Caso Todde: il governo contro il ricorso della Sardegna sulla decadenza

Il Consiglio dei ministri si è deciso di costituirsi in giudizio davanti alla Corte costituzionale nel procedimento per conflitto di attribuzioni.

Roma – Il governo Meloni dice no al ricorso della governatrice sarda Alessandra Todde sulla decadenza dal suo ruolo per il caso del presunto mancato rendiconto elettorale nella campagna per il voto del febbraio 2024. Il Consiglio dei ministri, su proposta del ministro per gli affari regionali e le autonomie Roberto Calderoli, ha deliberato di resistere nel giudizio per conflitto di attribuzione proposto, ai sensi dell’articolo 134 della Costituzione, dalla regione Sardegna contro lo Stato e, per esso, il presidente del Consiglio dei ministri, il Collegio regionale di garanzia elettorale presso la Corte d’appello di Cagliari e il ministero della giustizia per l’annullamento dell’ordinanza-ingiunzione del 20 dicembre 2024, depositata in data 3 gennaio 2025, di decadenza di Alessandra Todde dalla carica di Presidente della regione Sardegna. E’ quanto si legge nel comunicato finale del Cdm.

Il 28 febbraio la Regione Sardegna aveva ufficializzato il ricorso alla Corte costituzionale per conflitto di attribuzioni tra poteri dello Stato, in merito alla decadenza della presidente Alessandra Todde per irregolarità nel rendiconto delle spese della campagna per il voto del febbraio 2024. La delibera era arrivata a seguito della mozione del Consiglio regionale che impegnava la governatrice a sollevare appunto il conflitto di attribuzioni con lo Stato. A un mese di distanza è arrivata la contromossa del governo. Intanto si dovrà attendere il 22 maggio per capire il destino della legislatura in Sardegna. Per quel giorno è stata fissata dal collegio della prima sezione civile del tribunale ordinario di Cagliari la data della prossima udienza sul ricorso presentato dai legali della governatrice contro l’ordinanza ingiunzione di decadenza emessa dal collegio di garanzia elettorale della Corte d’appello del capoluogo che ha portato anche a una sanzione a carico della presidente di 40mila euro.

Alessandra Todde

“Non ho niente da dire sul caso decadenza: credo che sia importante far lavorare i giudici e penso che sia importante far lavorare gli avvocati. Io credo che tutto quello che doveva essere detto è stato detto e quindi aspetto serenamente il risultato e quindi lavorerò ancora più intensamente questi due mesi fino al 22 di maggio”. La presidente della Regione Sardegna, Alessandra Todde, interpellata in merito alla prima udienza per la sua possibile decadenza, ha fatto sapere di essere serena sugli sviluppi della vicenda. Nell’aula al primo piano del palazzo di giustizia di Cagliari si sono presentate le parti attraverso i legali, assente la governatrice, rappresentata dallo studio Ballero e associati con l’avvocato Giuseppe Macciotta e Priamo Siotto: il pool ha chiesto il rigetto dell’ordinanza sia per la parte sanzionatoria dei 40mila euro che per la decadenza vera e propria.

A supporto delle tesi della presidente anche diversi consiglieri regionali dell’attuale maggioranza, in particolare dei gruppi M5s, Orizzonte Comune e Uniti per Todde, e due assessori, Franco Currureddu al Turismo e Desirè Manca al Lavoro. Per il collegio di garanzia, a sostegno dell’ordinanza di decadenza, presenti il giurista Riccardo Fercia e la segretaria dell’organismo, Daniela Muntoni. A sostegno della tesi della decadenza anche i ricorsi di due privati cittadini, Salvatore Corrias, di Oliena, ed Emanuele Beccu, candidato e primo dei non eletti di Fdi nel collegio di Sassari (assistito dall’ex assessore regionale dello stesso partito, Marco Porcu).

“Abbiamo chiesto un nuovo termine per poter replicare con una memoria scritta a tutto quello che è stato scritto contro, per poter rendere le nostre contestazioni più chiare – ha spiegato Stefano Ballero, uno dei legali della governatrice -. Abbiamo chiesto un differimento e la fissazione di una nuova udienza per poter dare la possibilità a tutte le parti di replicare per iscritto”, ha ribadito. Tra i punti sollevati dai legali del collegio di garanzia e contestati dagli avvocati di Todde, c’è stata la richiesta che il procedimento sia quello previsto per le sanzioni e non un ricorso elettorale, in quel caso sarebbe di competenza del giudice monocratico con rito del lavoro. Ma nell’udienza è intervenuta la Procura, con i pm Guido Pani e Diana Lecca, che hanno rimarcato come si tratti, invece, di una causa elettorale che ha un interesse popolare, quindi di competenza del tribunale ordinario, collegiale. 

Nei giorni scorsi, la delibera 1/2025 del collegio di controllo della Corte dei Conti, ha stabilito che il rendiconto delle spese sostenute in Sardegna dal Comitato elettorale del M5S nella campagna per il voto delle regionali del febbraio 2024, depositato il 24 maggio a firma del senatore Ettore Antonio Licheri, è regolare. Quella della Corte è un’ulteriore verifica sulle spese dei partiti e dei singoli candidati già svolta dal collegio regionale di garanzia elettorale della corte d’appello di Cagliari, conclusa nell’ordinanza di decadenza per la presidente Alessandra Todde, a causa proprio di irregolarità nelle spese elettorali. Contro questo provvedimento Todde ha presentato ricorso al tribunale ordinario.

Se la governatrice dovesse perdere questa battaglia potrebbe decadere anche l’intero consiglio regionale. In realtà però l’organo assembleare può decadere solo in alcuni casi specifici: sfiducia dell’Aula, decesso, gravi violazioni di legge o atti contrari alla Costituzione. Dunque, non tramite un’ordinanza ingiunzione emessa dal collegio di garanzia come è accaduto nel caso della governatrice Todde. Ora la parola potrebbe passare alla Corte Costituzionale.

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