Santanchè-Visibilia, il Tribunale ai pm: “Da riscrivere i capi di imputazione”

La Procura milanese dovrà riformulare le imputazioni relative al falso in bilancio. L’udienza è stata rinviata al prossimo 13 maggio.

Milano – I capi di imputazione nel processo che vede imputata la ministra del Turismo Daniela Santanchè per false comunicazioni sociali, in uno dei filoni legati alla gestione di Visibilia srl, vanno riscritti. È quanto ha stabilito il Tribunale di Milano oggi, 15 aprile, nella prima udienza a carico della ministra e delle altre 16 persone coinvolte. La Procura dovrà riformulare le imputazioni relative al falso in bilancio, suddividendo le singole annualità e posizioni (in pratica, specificando chi ha fatto cosa) e indicando quale sia stato il deficit organizzativo di Visibilia srl in liquidazione, secondo una nuova pratica della giurisprudenza. I pm che indagano sul caso dovranno anche “produrre”, e cioè inserire nel fascicolo del dibattimento, i bilanci della società. L’udienza è rinviata al 13 maggio.

La difesa dell’ex membro del cda di Visibilia Editore, Massimo Cipriani, ha chiesto al Tribunale di Milano di disporre la “nullità del decreto che dispone il giudizio” nel processo per falso in bilancio alla ministra del Turismo, Daniela Santanchè, altre 15 persone e la società Visibilia srl in liquidazione per aver violato i diritti della difesa nella notifica del secondo avviso di conclusione indagini preliminari nell’estate 2024. E’ la richiesta dell’avvocata Antonella Augimeri alla prima udienza del processo davanti ai giudici della seconda sezione penale (presidente Giuseppe Cernuto). La decisione sull’eccezione, già presentata e respinta dalla gup Anna Magelli, verrà presa alla prossima udienza del 13 maggio.

Se accolta azzererebbe il processo sui presunti conti truccati che dovrebbe ripartire dall’udienze preliminare, se respinta invece verranno affrontate le questione preliminari sulle parti civili costituite nel processo, i soci di minoranza del gruppo editoriale-pubblicitario capeggiati dal finanziere Giuseppe Zeno. In aula il collegio ha chiesto ai pubblici ministeri Luigi Luzi e Maria Gravina di produrre il “corpo di reato”, i presunti bilanci truccati dal 2016 al 2022 delle società Visibilia Editore spa, Editrice srl ed Visibilia srl, indicando “anno per anno” quali sarebbero le voci falsamente contabilizzate per rendere “più chiaro” il capo d’imputazione, anche con riguardo alla “colpa di organizzazione” della società imputata in base alla legge sulla responsabilità amministrativa degli enti (le prime due hanno patteggiato).

Il tribunale di Milano

Il legale di Santanchè, Nicolò Pelanda, che assiste la ministra con il collega Salvatore Pino, ha anticipato che chiederà di chiarire anche il “riferimento ai diversi soggetti” imputati fra manager e familiari della senatrice di Fratelli d’Italia, “a cui si attribuisce il reato” di falso in bilancio. Entro la prossima udienza la Procura depositerà in cancelleria anche i verbali di perquisizione e sequestro eseguiti nel corso delle indagini dalla guardia di finanza. Il socio di minoranza di Visibilia Editore, Giuseppe Zeno, ha presentato un nuovo esposto alla Procura di Milano sulla “operazione opaca” di cessione della Athena Pubblicità di Daniela Santanchè (ex Visibilia Concessionaria, controllante di Visibilia Editore spa) con la società di diritto svizzero Wip Finance.

Il finanziere di Torre del Greco, dai cui esposti sono nati i procedimenti che hanno portato la ministra del Turismo a processo per falso in bilancio al via oggi in Tribunale a Milano, chiede di “accertare anche tramite rogatoria” chi sono gli investitori che “si celano dietro la Wip Finance”, la “provenienza” dei 600mila euro già corrisposti e degli ulteriori fondi impegnati per arrivare alla cifra dell’accordo da 2,7 milioni di euro. Zeno, con gli avvocati Antonio Piantadosi e Nicla Castelluccio, chiede anche di sapere “chi sono i soggetti, istituti di credito ed intermediari, coinvolti” nell’operazione finanziaria.

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