Caso Paganelli, Manuela Bianchi inguaia l’ex amante: “Dassilva aveva paura di mia suocera”

Salta il faccia a faccia tra la nuora della vittima e il senegalese indagato: la donna aveva dato il consenso, negato invece dal 35enne.

Rimini – Niente faccia a faccia tra Manuela Bianchi e Louis Dassilva, almeno per ora. L’atteso confronto tra la nuora di Pierina Paganelli, uccisa il 3 ottobre 2023 a Rimini con 29 coltellate, e il 35enne indagato per il delitto – con cui Manuela aveva una relazione extraconiugale – non si è tenuto. Lo ha deciso il gip Vinicio Cantarini al termine di tre giorni di incidente probatorio, conclusosi oggi, 27 marzo 2025, con un colpo di scena: il paravento che proteggeva la donna è stato rimosso, costringendola a confermare le sue dichiarazioni fissando Dassilva negli occhi. Lei ha accettato; lui, no.

Caso Paganelli, Manuela “aveva mentito”

L’udienza, richiesta dal pm Daniele Paci per cristallizzare le dichiarazioni di Manuela, indagata per favoreggiamento, ha portato alla luce dettagli cruciali. Al terzo giorno, il focus si è spostato su un’intercettazione del 4 ottobre 2023, registrata nella sala d’aspetto della Questura di Rimini poche ore dopo il ritrovamento del corpo di Pierina, 78 anni, trafitto da un coltello con lama di 15 cm nel garage di via del Ciclamino. In quel dialogo, Manuela chiede a Louis: “Dimmi che non dobbiamo temere niente da questa cosa qui”. Lui, toccandole la guancia, risponde: “Non cambia niente tra noi”. Lei insiste: “Voglio che ne esci”. In aula, Manuela ha ammesso di aver mentito alla polizia per proteggerlo: fu Dassilva a farle trovare il corpo, a dirle di chiamare un vicino e a fingersi estraneo fino a suonare al suo campanello.

“Louis temeva che Pierina potesse scoprirlo”

La donna, difesa dall’avvocata Nunzia Barzan con il consulente tecnico Davide Barzan, ha rivelato un altro retroscena: Louis temeva che Pierina, già abituata a ingaggiare investigatori privati, potesse scoprirlo. “Aveva paura, la suocera era un ostacolo”, ha detto Manuela, confermando la tesi di un movente legato alla loro relazione clandestina. Dassilva, assistito dagli avvocati Riario Fabbri e Andrea Guidi, si proclama innocente e minimizza il legame con la donna. Al gip che proponeva il confronto, i suoi legali hanno opposto un no secco: “Lo faremo solo quando avremo tutti gli atti”, ha spiegato Fabbri, lamentando una “discovery” parziale.

Il primo aprile le consulenze tecniche

Il gip ha chiuso l’incidente probatorio fissando a martedì 1° aprile il termine per le consulenze tecniche. Poi deciderà sull’istanza di scarcerazione di Dassilva, in carcere dal novembre 2023. L’omicidio di Pierina, madre di Vilma Bianchi e suocera di Manuela, resta un caso complesso: la dinamica – un’aggressione feroce sotto casa – e le intercettazioni puntano su Dassilva, ma senza confronto diretto l’inchiesta perde un tassello. Per la famiglia Paganelli, assistita dall’avvocato Nicodemo Gentile, è un’ennesima attesa: “Vogliamo giustizia, ma serve chiarezza”. Intanto, il video dell’intercettazione, con quel “non cambia niente” sussurrato tra paura e complicità, diventa il fulcro di una verità ancora sfuggente.

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