Nei suoi confronti l’accusa di rivelazione di segreto d’ufficio sulla vicenda dell’anarchico. La Procura aveva chiesto l’assoluzione.
Roma – Il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro Delle Vedove è stato condannato a 8 mesi per accusa di rivelazione di segreto e all’interdizione di un anno dai pubblici uffici. La sentenza è stata emessa dal collegio di giudici dell’ottava sezione penale del tribunale di Roma, dove si è svolta l’ultima udienza del processo relativo alla vicenda di Alfredo Cospito, l’anarchico detenuto in carcere al regime del 41-bis. “Spero ci sia un giudice a Berlino ma non mi dimetto”, ha commentato Delmastro dopo la condanna I giudici della ottava sezione penale, nella sentenza, hanno riconosciuto a Delmastro le attenuanti generiche, la sospensione della pena e applicato l’interdizione di un anno dai pubblici uffici. Respinte, invece, le richieste di risarcimento avanzate dalle parti civili, quattro parlamentare del Pd.
Il sottosegretario venne rinviato a giudizio dal gup di Roma Maddalena Cipriani dopo che la gip Emanuela Attura aveva disposto l’imputazione coatta. La procura di Roma aveva chiesto invece l’archiviazione del procedimento ritenendo possibile l’esistenza oggettiva della violazione, ma senza le prove dell’elemento soggettivo, ritenendo che Delmastro fosse consapevole dell’esistenza del segreto. Il pubblico ministero, Paolo Ielo, nella sua requisitoria dí questa mattina aveva sollecitato l’assoluzione. Nel processo al sottosegretario si erano costituiti come parti civili i parlamentari del Pd, Andrea Orlando, Silvio Lai, Debora Serracchiani e Walter Verini che incontrarono in carcere Alfredo Cospito. “Intanto Cospito continua a rimanere al 41 bis”. E’ il sintetico commento all’AGI dell’avvocato Flavio Rossi Albertini, legale di Alfredo Cospito, sulla sentenza di condanna.
Il pubblico ministero Paolo Ielo, nella sua requisitoria, in cui ha chiesto l’assoluzione per il sottosegretario ha spiegato: “Mi vorrei muovere dall’idea di segreto, dove tutti, fin dall’inizio, sapevano che questa roba era segreta o non segreta, io non lo sapevo e mi sono messo sui libri per studiare. Abbiamo prodotto la richiesta di archiviazione e non ci spostiamo di un millimetro da qui. Lo abbiamo già fatto, utilizzando lo stesso principio per tutti i cittadini, anche in un processo analogo con imputato diverso celebrato qualche settimana prima e nel quale, la richiesta della procura, è stata l’assoluzione per mancanza dell’elemento soggettivo”, ha concluso il pubblico ministero, Paolo Ielo.
Fratelli d’Italia parla di una “sentenza politica”. “Oggi contro il sottosegretario Delmastro arriva una sentenza esclusivamente politica, – dichiara il presidente dei deputati di Fratelli d’Italia, Galeazzo Bignami – all’esito di un processo esclusivamente politico che ha imbarazzato addirittura l’accusa che più volte si era espressa per la liceità del comportamento del sottosegretario, la cui unica responsabilità è stata quella di aver fatto sapere agli italiani che esponenti del Pd erano andati a incontrare mafiosi in carcere. Chi tocca il Pd, per certi magistrati, va punito. Ed invece noi insistiamo: perché i deputati del Pd sono andati a trovare i mafiosi? Cosa dovevano dire loro? Perché a queste domande non hanno mai risposto? Siamo vicini al collega Andrea Delmastro e convinti, che superate queste incrostazioni di partito, verrà riconosciuto innocente non solo dalla pubblica accusa ma anche da chi dovrebbe giudicare in forma terza e imparziale”.
Il Guardasigilli Carlo Nordio si dice “disorientato e addolorato per una condanna che colpisce uno dei collaboratori più cari e capaci. Confido in una sua radicale riforma in sede di impugnazione e rinnovo all’amico Andrea Delmastro Delle Vedove la più totale e incondizionata fiducia. Continueremo a lavorare insieme per le indispensabili e urgenti riforme della Giustizia”, dichiara in una nota il ministro della Giustizia. All’attacco le opposizioni. “In attesa che il sottosegretario #Delmastro si dimetta dal suo incarico dopo la condanna a 8 mesi, il gesto delle dimissioni lo può fare il direttore di Rai News dopo il titolo di oggi...”, scrive sui social Nicola Fratoianni di Avs, dopo la sentenza del tribunale nei confronti del sottosegretario alla giustizia e il titolo di qualche ora fa nel tg di Rainews.
Nella scorsa udienza l’ex capo del Dap, Francesco Basentini, ora pm a Roma, sentito come testimone nel processo che vedeva imputato il sottosegretario Andrea Delmastro per rivelazione di segreto d’ufficio in relazione al caso dell’anarchico Alfredo Cospito, aveva detto: “Se il ministro ha conferito una delega a un soggetto che può essere un sottosegretario, quel soggetto è abilitato, secondo il mio punto di vista, a conoscere il contenuto degli atti a limitata divulgazione”. Basentini è colui che ha redatto l’ordine di servizio interno che limitava la diffusione di certe informazioni. Gli fa eco Angelo Bonelli, deputato di AVS e
co-portavoce di Europa Verde.”Il viceministro Delmastro, in seguito al mio esposto, è stato condannato a otto mesi per rivelazione di segreti d’ufficio e interdetto per un anno dai pubblici uffici. Deve dimettersi subito, per il rispetto e la dignità delle istituzioni perché Delmastro è incompatibile con ruolo di
governo”.
I parlamentari Pd Debora Serracchiani, Walter Verini, Silvio Lai e l’ex ministro dem Andrea Orlando, sottolineano che la “condanna del sottosegretario Delmastro conferma in sede penale, dove siamo stati ammessi come parte civile, le valutazioni politiche già espresse nei confronti di un esponente di spicco del partito di Giorgia Meloni che, evidentemente, si è reso parte attiva di comportamenti gravi e lesivi dell’onorabilità del ruolo ricoperto, utilizzando informazioni riservate per colpire gli avversari politici. Si tratta di un duro colpo per l’ex avvocato di fiducia della Premier Meloni e responsabile giustizia del suo partito, prima di andare a ricoprire l’attuale incarico a via Arenula che sta svolgendo in maniera poco onorevole e poco disciplinata“.
È “evidente – concludono – che tra le conseguenze del lesivo comportamento di Delmastro ci sia stato anche un grave danno per i sottoscritti, accostati in maniera impropria e calunniosa ai mafiosi da parte di chi, il coordinatore del partito della Meloni, Donzelli, ha ricevuto informazioni riservate per poterle usare come una clava contro esponenti dell’opposizione. E le conseguenze politiche di quanto è avvenuto non possono che consigliare un passo indietro al sottosegretario Delmastro per allontanare qualsiasi ombra dal suo operato al ministero della giustizia alla luce di questa gravissima condanna”.
“La situazione di gestione di protocolli degli atti presentava dal mio punto di vista delle criticità evidenti. Il rischio – aveva spiegato – era che chiunque al Dap, attraverso il protocollo informatico ‘Calliope’ del dipartimento per la circolazione degli atti, ne venisse a conoscenza. Per quello intervenni con un ordine di servizio sulla limitata divulgazione. Constatai che alcune notizie che dovevano essere segnalate a me venivano veicolate alla stampa”. Basentini, dunque, conferma che la “limitata divulgazione” era rivolta al personale interno. Come ha spiegato poco dopo: “L’obiettivo – ha aggiunto – era quindi fare in modo che dai nostri uffici venissero a conoscenza di determinati atti solo chi ne aveva diritto’’. Basentini ha sottolineato inoltre nel corso della sua testimonianza che “le note del Nic sui detenuti al 41bis erano indirizzate al capo del dipartimento. Il Nic è stato sempre puntuale, corretto e preciso”.