I due politici si sono scontrati frontalmente reiterando le accuse di sempre. Politica a parte la Campania detiene il primato degli ospedali fantasma costati decine di milioni di euro ai contribuenti e mai entrati in funzione. Nessuno pagherà per lo scempio.
Caserta – La tre giorni di Matteo Salvini in Campania ha visto come ultima tappa la città di Caserta. Il leader del Carroccio non si è risparmiato un attacco, ma ben due, rivolti rispettivamente al governatore uscente e ricandidato Vincenzo De Luca e al ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina. Diciamo che ha ricambiato le critiche e i commenti al vetriolo che il ”rivale campano” gli aveva mosso durante i mesi dell’emergenza sanitaria:
”…Invece di mandare a processo me perché ho difeso il mio Paese dai clandestini dovrebbero processare il signor De Luca che ha fatto sparire i soldi per gli ospedali fantasma – ha tuonato Salvini ai cittadini di Caserta in piazza Dante Alighieri – siamo andati a Salerno a visitare uno spreco ai danni vostri: l’ospedale Covid che De Luca ha inaugurato 37 volte senza che abbia mai funzionato e che ancora non è stato collaudato. L’avete pagato con le tasse dei campani ed è costato milioni e milioni di euro sia a Salerno che a Caserta …”.
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A Salerno il capo della Lega ha diviso la scena con quel Stefano Caldoro, candidato governatore, che mesi addietro non riteneva all’altezza del ruolo ma con il quale, pare, abbia seppellito l’ascia di guerra. Compromessi elettorali, della serie ubi maior, minor cessat. Un’intesa ritrovata e ribadita anche a Caserta dove Salvini ha esortato gli abitanti a dare fiducia al suo partito, presentandolo come nuova alternativa al vecchio sistema e sottolineando che chi sceglie la Lega fa una scelta precisa: in Campania prima vengono gli italiani, i campani, poi il resto del mondo. Come sempre. Il leader leghista attacca di nuovo il governatore campano sull’annosa questione degli ”ospedali fantasmi” di cui la Regione vanta un triste primato e che l’epidemia da Coronavirus ha fatto riaffiorare in tutta la sua sconcertante realtà. Nosocomi risalenti, addirittura, a mezzo secolo fa ma che non sono mai stati ultimati e che si sono persi tra cavilli burocratici, inadeguatezze strutturali a causa della politica sanitaria regionale inadeguata, condanne, processi, proscioglimenti e tanto altro. Gli ospedali di Caserta e Salerno voluti da De Luca durante la pandemia sono costati oltre sei milioni di euro ma hanno seguito il triste copione di tutti gli altri: non sono mai stati collaudati. Che vergogna.
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Avrebbero dovuto rappresentare il fiore all’occhiello della Campania eppure non si sa se e quando verranno mai utilizzati. La gara d’appalto per i tre ospedali modulari previsti a Napoli nel parcheggio dell’ospedale del Mare, in quello dell’ospedale Sant’Anna a Caserta e, infine, all’interno dell’ospedale Ruggi d’Aragona a Salerno è stata indetta il 17 marzo e chiusa dopo 48 ore: l’azienda Med si era impegnata a realizzare le tre strutture prefabbricate in 18 giorni. E qui iniziano i primi intoppi: a Caserta l’area su cui la Med avrebbe dovuto installare i prefabbricati con i posti di terapia intensiva era, in realtà, un parcheggio privato non appartenente alla ASL. Urgeva un decreto del Prefetto e, così, l’area diventava di proprietà della Regione Campania il 9 aprile: altro che i 18 giorni previsti dalla gara d’appalto. Il governatore della Regione aveva fatto visita al cantiere il 18 aprile sostenendo, erroneamente, che i tempi promessi erano stati rispettati. A ciò, bisogna aggiungere il fatto che tra 4 anni al massimo l’ospedale dovrà essere smontato e l’area restituita ai proprietari. Fatto sta che, durante il focolaio di Mondragone, una trentina di persone positive è stata portata all’ospedale di Maddaloni, causa inattività di quello prefabbricato di Caserta.
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Storia che si ripete a Salerno, dove l’ospedale prefabbricato è ancora, sostanzialmente, un cantiere. Anche qui De Luca si era recato, il 28 aprile, a visitare la struttura poggiata su blocchi di cemento. Collocazione che non rappresenta il massimo della sicurezza in caso, ad esempio, di eventi sismici come quelli di questi giorni sul Vesuvio, per esempio. Alla base del “pasticciaccio dei collaudi”, sembra che ci sia un ripensamento della Regione Campania: in sostanza le terapie intensive, visto il ridimensionamento dei casi positivi al Covid-19, non servivano più e, a quel punto, era meglio l’adeguamento dei nosocomi stessi. E’ lo stesso direttore generale dell’Asl Napoli 1, Ciro Verdoliva, a spiegarlo davanti alle telecamere. Tutti i lavori che sono stati commissionati a Med hanno finito col realizzare un ospedale con finalità diverse che non doveva più accogliere i malati Covid in terapia intensiva. Di conseguenza, la Regione Campania non intende pagare queste opere sostenendo che non sono mai state commissionate, mentre l’azienda vincitrice dell’appalto si rifiuta di collaudare. Senza collaudo la struttura non potrà mai essere utilizzata. Insomma altri ospedali fantasma, questa volta prefabbricati. Come se già non ce ne fossero abbastanza.
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