CasaPound punta al Parlamento con la legge sulla remigrazione

Il movimento neofascista promette di presentare il testo il 6 settembre a Grosseto, cercando sponde politiche per portarlo alla Camera e al Senato.

Grosseto – CasaPound Italia si prepara a un nuovo tentativo di protagonismo politico. Dopo anni di processi per violenza squadrista e tentata ricostituzione del partito fascista, il movimento neofascista che occupa abusivamente un palazzo pubblico nel centro di Roma annuncia l’intenzione di portare una proposta di legge sulla “remigrazione” in Parlamento.

L’iniziativa sarà presentata ufficialmente il 6 settembre a Grosseto durante la festa nazionale del movimento, denominata “Direzione Rivoluzione”. Come ha spiegato il portavoce Luca Marsella attraverso i canali ufficiali del gruppo, la proposta è stata elaborata da “tecnici, esperti e costituzionalisti” e mira a coinvolgere “altri movimenti, comunità militanti, associazioni, comitati civici, studenti e lavoratori”.

I contenuti della proposta

La proposta di CasaPound sulla remigrazione si articola in quattro punti principali: espulsione degli irregolari, rimpatrio volontario di chi “non si è mai integrato”, stop a nuovi ingressi e priorità assoluta agli italiani. Il movimento attacca frontalmente il decreto flussi del governo Meloni, accusato di “spalancare le porte a 500mila nuovi immigrati” nonostante le promesse di “blocchi navali e confini sicuri”. Critiche anche allo Ius scholae in discussione nel centrodestra.

Vannacci

Con questa mossa, CasaPound tenta di rilanciare la propria presenza politica posizionandosi alla destra di Giorgia Meloni e forse anche del generale Roberto Vannacci, pur riconoscendo a quest’ultimo il merito di “parlare chiaro” sulla questione migratoria.

La ricerca di sponde parlamentari

Il nodo centrale dell’operazione rimane tuttavia la ricerca di parlamentari disposti a fare da “traghettatori” per portare effettivamente la proposta nelle aule di Montecitorio e Palazzo Madama. Marsella ha chiarito che l’obiettivo non è elettorale: “Non vogliamo il tuo voto, non vogliamo i tuoi soldi, vogliamo la tua presenza, in piazza”.

Matteo Salvini

Tra i potenziali alleati spicca la Lega di Matteo Salvini, che negli ultimi mesi si è esposta maggiormente sul tema della remigrazione. Lo scorso 17 maggio alcuni esponenti leghisti hanno partecipato al Remigration Summit organizzato dall’ultradestra europea, segnalando una “piena e totale comunione di intenti” su questi temi. Tuttavia, i rapporti tra Lega e CasaPound si interruppero nel 2016, dopo quasi due anni di collaborazione voluta da Salvini.

I rapporti con Fratelli d’Italia

Più complessa appare la situazione con Fratelli d’Italia. Numerosi esponenti del partito di Meloni hanno negli anni difeso CasaPound, partecipando alle loro iniziative. Tra questi figurano attuali membri del governo come Ignazio La Russa, Andrea Del Mastro, Paola Frassinetti e Carlo Fidanza.

Ignazio La Russa

Da quando è al governo, FdI mantiene formalmente le distanze da gruppi come CasaPound, pur esistendo “terreni di contiguità ideologica e culturale” e momenti in cui destra di governo ed estrema destra “di strada” sembrano idealmente vicini, come dimostrato in occasioni simboliche come le commemorazioni di Acca Larentia o Sergio Ramelli.

Un movimento in cerca di rilancio

L’iniziativa arriva in un momento di crisi per CasaPound, sia dal punto di vista politico che numerico. Il movimento dei “fascisti del terzo millennio” – come si autodefiniscono – cerca di ritagliarsi uno spazio nel panorama politico italiano cavalcando uno dei temi più polarizzanti del dibattito pubblico.

Resta da vedere se l’annuncio del 6 settembre si tradurrà in un’effettiva presentazione parlamentare della proposta e, soprattutto, se CasaPound riuscirà a trovare le sponde politiche necessarie per trasformare la provocazione in un atto legislativo concreto.

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