Mentre l'Italia arranca senza soldi, il Governo paga cash i carri armati di nuova generazione. Che figuraccia mentre precari, partite Iva e piccoli esercenti chiudono bottega.
La Direzione degli armamenti terrestri ha stanziato oltre un miliardo di euro per l’acquisto di 40 Centauro II per l’Esercito italiano. Si tratta di nuovi esemplari dotati di una tecnologia 3.0 integrata anche da tutti gli adeguamenti che dovessero derivare dalle prove di omologazione.
Rispetto alla versione precedente, il 3.0 gode di un migliore sistema di tiro che consente l’impiego del munizionamento programmabile e l’aumento della visuale del pilota con nuovo blocco visori del sistema secondario di conduzione e sorveglianza. È dotato di un cannone di ultima generazione da 120/45 mm, con freno di bocca integrato “pepper box” e sistema di caricamento semi-automatico in grado di assicurare un ritmo di fuoco di circa 6 colpi al minuto. Altre importanti modifiche dello standard 2.0 sono il potenziamento del sistema elettrico della blindo e l’aumento a 180° dell’angolo di apertura dei portelli dell’equipaggio. Inoltre, sarà installato il sistema di back-up manuale per la movimentazione delle munizioni all’interno della blindo. Importanti modifiche sono state effettuate anche sotto il profilo radiofonico, con l’introduzione del quadricanale e di una nuova antenna ad alta frequenza omnidirezionale del sistema RCIED posta sul cielo della torretta, eliminando, quindi, le quattro antenne originariamente disposte intorno alla torretta. La commessa sarà lavorata dalla ditta Leonardo, ideatrice, tra le altre cose, del sistema RWS Hitrole Light e miglioramento dell’angolo di visuale del sistema panoramico di sorveglianza New Attila (Attila D). I nuovi Centauro, inoltre, godranno di innovativi lanciatori di fumogeni, denominati Rosy di Rheinmetall.
Il finanziamento era stato previsto nelle Leggi di Bilancio 2016 e 2017 con 528 milioni di euro dal 2020 al 2029 stanziati dal bilancio del ministero della Difesa e poco meno di 632 milioni di euro, dal 2023 al 2030, dal bilancio del ministero dello Sviluppo Economico. Pertanto, l’importo complessivo è pari ad 1 miliardo e 159.950.000 euro con uno sviluppo temporale dal 2020 al 2030.
A far discutere è stata la tempistica dell’erogazione del denaro. In un momento in cui la crisi economica sta fagocitando diversi strati della piccola e media economia italiana, finanziare in maniera così consistente il mercato degli armamenti ha fatto storcere il naso a più di una persona. Inoltre tale comportamento attesterebbe la propensione nostrana a giocare un ruolo sempre più centrale nel campo internazionale dell’industria militare.
Dall’altra parte, proprio in occasione della festa del 2 giugno, è arrivata la richiesta del coordinamento “Un’altra Difesa è possibile” rivolta al Parlamento che chiede l’istituzione del Dipartimento della difesa civile non armata e non violenta:
“…Ci rivolgiamo a Senato e Camera per offrire un dialogo tra società civile e organi parlamentari sul tema attualissimo e decisivo della difesa della Patria – ha spiegato Mao Valpiana, presidente del Movimento Nonviolento – abbiamo scelto di utilizzare lo strumento della Petizione, previsto dall’articolo 50 della Costituzione, per chiedere al Parlamento di esaminare la proposta di legge di iniziativa popolare per istituire il Dipartimento della difesa civile non armata e nonviolenta… Con il passo odierno chiamiamo di nuovo in causa i Parlamentari della Repubblica, a partire dalla Presidente del Senato, on. Maria Elisabetta Alberti Casellati e dal Presidente della Camera dei deputati, on. Roberto Fico a cui abbiamo inviato richiesta di incontro con i rappresentanti della Campagna…”
Probabilmente, ancora una volta, il M5S si troverà costretto a scegliere tra ideologia politica e necessità di far quadrare i conti nazionali.