Dal ministero dati allarmanti: 60.637 detenuti rispetto a 51.347 posti ufficiali disponibili. E non si arresta l’escalation di suicidi.
Roma – Lo dicono i dati del ministero della Giustizia aggiornati al 31 gennaio di quest’anno. Le carceri esplodono, come ai tempi della sentenza Torregiani. Il numero di detenuti ha raggiunto la cifra record di 60.637, rispetto a i soli 51.347 posti ufficiali disponibili. Un trend drammatico al centro del dibattito dell’Inaugurazione dell’Anno giudiziario dei penalisti a Roma, che arriva dopo tre giorni di astensione per protestare contro un sistema sempre più carcerocentrico. L’incremento è significativo rispetto all’anno precedente, con un aumento di oltre 7mila detenuti dall’inizio del 2021. Cifre che evidenziano una situazione quasi fuori controllo. Una bomba a orologeria pronta a esplodere.
Dramma nel dramma, l’escalation di suicidi – sventati e riusciti – nei primi mesi del 2024. Sedici in meno di un mese e mezzo. Un campanello d’allarme che fotografa l’emergenza, commentata oltre che dai penalisti, anche dal vicepresidente del Csm Fabio Pinelli e dal Garante dei detenuti Maurizio D’Ettore. Il tasso di affollamento medio, calcolato sul numero dei posti ufficiali e non su quelli effettivamente disponibili, si attesta al 118,1%. Tuttavia, questa cifra risulta ancora più preoccupante in alcune regioni del paese. La Puglia e la Lombardia emergono come le regioni più in difficoltà, con tassi di affollamento rispettivamente che raggiungono punte del 143,1% e del 147,3%.
Tra gli istituti più affollati alcuni destano particolare preoccupazione. Brescia “Canton Monbello”, con un tasso di affollamento del 218,1%, si trova al vertice di questa lista, seguito da Grosseto ( 200%), Lodi ( 200%), Foggia ( 189%), Taranto ( 182,2%) e Brindisi ( 181,51%). Ricordiamo che all’epoca della sentenza Torreggiani dell’ 8 gennaio 2013, quando l’Italia fu condannata dalla Cedu per sistematici trattamenti inumani e degradanti, il tasso di sovraffollamento era nel 2010 del 151% (67.961 detenuti quando la capacità massima del sistema carcerario era di 45mila detenuti) e al 148% ( 66.585) nel 2012.
Il Dap invece cerca di stemperare la tensione, e riferendosi alla condanna della Corte europea dei diritti umani del 2013 per violazione dell’art. 3 della Convenzione dice: “Siamo ancora lontani dalla sentenza Torreggiani che ordinò all’Italia di rimuovere le condizioni del sovraffollamento“. Il governo per questo motivo pensa a costruire nuove carceri, ma l’Associazione Antigone rileva come la storia insegni che il “processo di realizzazione di tali strutture richiede tempo considerevole. In media in Italia, sono necessari almeno 10 anni per portare a termine la costruzione di una nuova prigione. Nel frattempo, il sovraffollamento rimane un problema immediato e urgente che richiede soluzioni immediate. Costruire un carcere non è solo una questione di investimenti finanziari considerevoli”.
“Servono circa 25 milioni di euro – conclude Antigone – per la realizzazione di una nuova struttura, e considerando il numero attuale di detenuti senza posti regolamentari, sarebbero necessari ben 52 nuovi istituti, per un totale di oltre 1 miliardo e 300 milioni di euro. Ma la questione non si esaurisce qui. Le carceri richiedono personale qualificato per funzionare in modo efficace e umano. Agenti, educatori, psicologi, medici, mediatori, direttori, amministrativi, assistenti sociali, infermieri: tutte figure essenziali per garantire il funzionamento delle strutture carcerarie. Eppure, al momento, esiste già una carenza di personale che rende difficile soddisfare il fabbisogno anche nelle carceri esistenti”.