Sapr munito di telecamera ad alta risoluzione per riprese video.

Carceri: Sappe, in Puglia problema droni drammatico. Appello ai prefetti

Le parole del segretario del sindacato Federico Pilagatti, dopo il nuovo episodio che ha riguardato la struttura detentiva di Foggia.

Foggia – “Ormai il problema dei droni utilizzati dalla delinquenza per far arrivare in carcere qualsiasi cosa, soprattutto telefonini e droga, sta diventando sempre più drammatico, grazie anche al disinteresse di chi in questi anni doveva preoccuparsi della sicurezza delle carceri”. Lo afferma Federico Pilagatti, segretario nazionale del Sindacato autonomo di polizia penitenziaria, dopo il nuovo episodio che ha riguardato la struttura detentiva di Foggia. Grazie a queste nuove tecnologie nei penitenziari arriva materiale vietato, “in maniera quasi indisturbata e senza pericolo, grazie anche alla mancanza di qualsiasi mezzo da contrapporre a tale traffico”, continua.

“In questi ultimi tempi anche famosi magistrati in prima linea contro le mafie, a partire dal procuratore antimafia dottor Melillo per finire al procuratore di Napoli dottor Gratteri, denunciano il fatto che, nonostante la problematica sia molto grave, non sembra interessare nessuno”. Le carceri stanno diventando piazze di spaccio di droga nonché vendita di microcellulari a caro prezzo. “A questo punto come al solito il cerino è rimasto in mano alla polizia penitenziaria – spiega Pilagatti – che cerca in qualsiasi modo di arginare il fenomeno senza alcuno strumento e quando ciò avviene, come accaduto a Foggia l’altro giorno, i poliziotti intervenuti per sequestrare il materiale proibito appena arrivato dopo aver avvistato un drone, sono stati selvaggiamente aggrediti e picchiati dai detenuti che non volevano che fosse sequestrato, grazie anche alla grave situazione di carenza di organico, nonché di sovraffollamento di detenuti in cui versa da tempo il penitenziario del capoluogo dauno”.

Come pure si sono registrati vari avvistamenti di droni in quasi tutte le carceri pugliesi (Trani, Lecce, Taranto, Bari), “soprattutto nelle ore serali e notturne, in quanto i droni grazie all’aiuto delle tenebre attraversano il muro di cinta che sono sguarniti, per portare a domicilio telefonini e droga”. Il Sappe teme che la criminalità introduca anche armi e materiale esplosivo “per punire gli avversari o destabilizzare le Istituzioni”. In questo caso il disastro si ripercuoterebbe anche sui territori. Proprio per questo il sindacato della penitenziaria invita i prefetti della regione “a convocare con urgenza un tavolo con i responsabili sia della amministrazione penitenziario che della sicurezza e dell’ordine pubblico al fine di individuare delle misure concrete da sottoporre al vaglio del Ministro dell’Interno e della Giustizia”.

Emblematico l’estate scorsa il blitz della polizia che nel carcere di Enna ha sgominato un’organizzazione capace di fornire droga e cellulari ai detenuti tramite l’utilizzo notturno di droni. Tredici persone sono state sottoposte a misure cautelari per traffico, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti all’interno del carcere di Enna. Nonché dell’accesso indebito di telefonini all’interno della stessa casa circondariale. Durante la notte, i fornitori, ponendosi nelle vie adiacenti al carcere, legavano con una corda le buste contenenti droga e telefoni. E, dopo aver fatto alzare in volo l’aeromobile a pilotaggio remoto, lo guidavano fino alle finestre delle celle dove i detenuti, sporgendo le braccia dalla finestra, ne recuperavano il contenuto illecito.

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