La richiesta all’indomani della visita effettuata lo scorso 21 marzo. “Situazione inaccettabile che investe le responsabilità delle Istituzioni”.
Roma – “Infiltrazioni d’acqua”, “muri parzialmente o totalmente neri per la muffa”, camere “infestate dalle cimici”. Magistratura Democratica e l’Associazione Antigone chiedono alla Regione Toscana e al capo dipartimento dell’amministrazione penitenziaria del ministero della Giustizia di “disporre la chiusura degli spazi detentivi” del carcere di Firenze ‘Sollicciano‘ “fino alla loro completa ristrutturazione”. La richiesta all’indomani della visita effettuata lo scorso 21 marzo.
“Risulta difficile esprimere a parole l’orrore provato – non solo da chi accedeva a detti locali per la prima volta, ma anche da chi vi era già stato nel 2022 – nel vedere le condizioni materiali in cui lo Stato Italiano fa vivere persone che ricadono completamente sotto la sua responsabilità”, scrivono i magistrati in una nota. “Si tratta di una situazione inaccettabile che investe le responsabilità delle Istituzioni, tutte le Istituzioni, locali e nazionale, che devono farsene carico in ragione delle proprie competenze specifiche, ma anche delle responsabilità che derivano dall’essere espressione della collettività e del territorio. Nessuno può consentire che una simile situazione si protragga ulteriormente, risultandone altrimenti minata, insieme alla dignità delle persone, la stessa legittimità della potestà punitiva e cautelare”.

A metà febbraio, sotto l’hashtag #SolliccianoDeveChiudere, gli avvocati fiorentini in un convegno – dopo l’ennesimo suicidio dietro le sbarre – avevano sottolineato che “chiudere Sollicciano non può essere solo uno slogan, ma una proposta concreta per superare una struttura carceraria che, per la sua fatiscenza, costringe i detenuti a vivere in condizioni disumane e degradanti”. La denuncia si era fatta ancora più drammatica con la notizia dell’ennesimo suicidio di un detenuto a Sollicciano. “Si tratta del secondo suicidio in meno di due mesi, un dato tragico che non può lasciare indifferenti”, aveva sottolineato Sergio Paparo, presidente dell’Ordine degli avvocati di Firenze.
I suicidi, infatti, “non sono solo numeri, – aveva detto ancora – ma storie di persone che hanno vissuto situazioni insostenibili. La condizione di invivibilità della casa circondariale di Sollicciano è insostenibile. È il momento di agire per garantire una giustizia che rispetti la dignità umana e promuova il reinserimento sociale dei detenuti”. Il 3 gennaio scorso, un ragazzo egiziano di soli 25 anni si è tolto la vita – ricordava in una nota -, e poi è toccato a un giovane romeno di 39 anni. Le loro vite spezzate rappresentano un monito per tutti noi. Non possiamo più attendere”. Paparo è intervenuto ieri al convegno “Il carcere: una istituzione al collasso”, svoltosi a Casa Caciolle, a Firenze, promosso dalla Fondazione per la Formazione forense e dall’Ordine degli avvocati di Firenze.