Cantante scomparsa: resta aperto il fascicolo per sequestro di persona

Rimane avvolta nel mistero la sorte di Greta Spreafico, cantante 53enne della quale si sono perse le tracce da diversi mesi. L’ultima volta è stata vista in Veneto, nei pressi di Rovigo. Di lei restano un cellulare e pochi altri effetti personali.

Porto Tolle – Rimane aperto per sequestro di persona il fascicolo giudiziario che riguarda la sparizione della cantante Greta Spreafico, 53 anni, originaria di Erba, ma scomparsa nel nulla a Porto Tolle, nel Rodigino. La Procura di Rovigo, infatti, continua a indagare in questa direzione attese anche le dichiarazioni dell’investigatore privato, Ezio Denti, a cui la Spreafico si era rivolta temendo per la sua vita.

La cantante durante un’esibizione

La donna, già nel marzo scorso, si era recata a Porto Tolle, in contrada Ca’ Tiepolo, dove è ubicata la casa del nonno che la cantante intendeva vendere. Per altro la cantante rock, con trascorsi di operaia metallurgica, aveva fissato per il 6 giugno il rogito dell’immobile dal notaio. Greta Spreafico, però, non si è mai presentata nello studio notarile perché la notte fra il 3 ed il 4 giugno scorsi l’artista spariva dalla circolazione dopo una lunga sosta in due bar del paese sino a notte inoltrata. Di lei rimangono un cellulare nella casa di Ca’ Tiepolo che avrebbe dovuto vendere per 80mila euro al cugino Emanuele Donà, e qualche altro effetto personale.

Assieme alla donna, invece, sono spariti l’altro cellulare, spento dal momento della sparizione, e l’auto, una Kia Picanto nera, targata EF080DT, oltre alla borsa ed un portafogli contenente molto denaro, stante alle dichiarazioni dell’ultima persona che avrebbe visto viva la cantante, l’amico Andrea Tosi. Tornando indietro nel tempo, Greta Spreafico aveva contratto una grave malattia da avvelenamento da metalli pesanti. Dopo il licenziamento i disturbi non si erano attenuati e questo suo stato di malessere la preoccupava non poco. La professione artistica, di contro, le aveva fatto guadagnare molti successi che avevano contribuito a mitigarle il disagio.

Gabriele Lietti

“…Aveva un passato difficile e ogni tanto aveva delle paure racconta il fidanzato Gabriele Lietti – ultimamente temeva di essere in pericolo. Aveva come tutti degli alti e dei bassi, soprattutto quando lei stava male e aveva bisogno della bombola d’ossigeno e di assistenza. Quando stava bene, invece, era sempre sorridente, era contenta: io l’ho conosciuta così…”.

Dall’aprile scorso però qualcosa era cambiato nella vita di Greta. La donna ha paura, teme per la sua incolumità, qualcuno forse vuole farle del male ma il perché diventa un’ossessione per la stessa artista che decide di rivolgersi a un investigatore privato:

La casa di Ca’ Tiepolo dove Greta avrebbe trascorso gli ultimi giorni prima di sparire

“…Mi aveva riferito di persone che abitano vicino Erba e che era spaventata da loro – aggiunge il detective Ezio Denti –  ho fatto gli accertamenti ma su queste persone non risultava nulla, sono soggetti normali, tanto da suggerirle di non spendere soldi. Lei invece avrebbe voluto investire tutti i suoi risparmi pur di venire a capo delle sue paure. Mi inviava messaggi, email, telefonate quotidiane anche alle 4 del mattino…”.

Una volta completato il lavoro senza esito il professionista archiviava il caso e riferiva ai carabinieri tutti i particolari della vicenda. Greta avrebbe taciuto all’investigatore la faccenda della vendita della casa di Porto Tolle e della sua intenzione di recarsi da quelle parti. Appare ancora più strano che una donna in quelle condizioni di forte ansia e di timori per la propria sicurezza abbia poi accettato l’amicizia di Andrea Tosi, giardiniere, conosciuto da poco su Facebook.

Andrea Tosi

Con questa persona, residente a Porto Tolle ma originaria di Adria, Greta si sarebbe incontrata più volte per poi finirci in un bar, a bere birra, la notte in cui la donna sarebbe sparita nel nulla:

”..Greta è scomparsa, ma non per mano mia — dichiara Tosi — alla mezzanotte del 3 giugno ho soltanto assistito alla telefonata con il suo ragazzo, dopo la quale ha cambiato umore, piangeva. Ma non so cosa si siano detti. Dev’essere però arrivata a casa del nonno, visto che il suo cellulare era lì. Io abito a 1 km di distanza. Non stava bene, era un po’ in crisi, sembrava sofferente. Guidavo io perché Greta non era in grado. Verso le 2 siamo tornati a casa mia, prima di andare mi ha chiesto di fermarmi da lei, ma io non ho voluto. E non ci siamo più sentiti…”.

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