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Campi Flegrei, Musumeci vede i sindaci: “Resta allerta giallo, non c’è allarme”

Nella riunione definito il perimetro della zona rossa legata al bradisismo, un’area che interessa 85mila persone e 15mila edifici.

Napoli – Estrema attenzione ma non allarme immediato. «La commissione Grandi Rischi conferma di mantenere l’allerta gialla nella zona dei Campi Flegrei. Lo ha spiegato il ministro per la Protezione Civile e le Politiche del mare, Nello Musumeci, al termine dell’incontro avuto a Palazzo Chigi con i sindaci dell’area. “La commissione – ha continuato il ministro – sostiene che il sisma si stia evolvendo e quindi in questo momento l’allerta gialla è ampiamente confermata. Non c’è allarme, va detto in maniera chiara”.

Campi Flegrei

Abbiamo definito la zona rossa legata al rischio bradisismo nell’area – ha proseguito Musumeci Il decreto emanato il mese scorso prevedeva la sua definizione, da non confondere con la zona rossa legata al rischio vulcanico che esiste già da diversi anni“. La nuova zona rossa legata al bradisismo “è stata determinata su parametri fisici“, e si estende lungo un’area che interessa “85mila persone e 15mila edifici“, il perimetro comprende “in parte Pozzuoli, in parte Napoli e in parte la città metropolitana di Napoli. L’area è stata definita in base a un sollevamento del suolo di 10 centimetri in 8 anni“. 

Il ministro ha poi spiegato che “definito il perimetro della zona rossa, il governo passerà alla fase esecutiva che è quella di accertare la vulnerabilità del costruito all’interno della zona rossa”. Con il rischio dobbiamo conviverci, ha sottolineato ancora Musumeci, rimarcando che “è giusto che la popolazione sia informata”. Una cattiva comunicazione, ha detto ancora, “è una grave responsabilità. La popolazione non va allarmata ma responsabilizzata”. E di fronte alle preoccupazioni legate a un possibile calo delle presenze turistiche, il ministro ha tirato in ballo l’Etna, che conosce molto bene: “Non dobbiamo pensare o preoccuparci del calo del turismo che non ha motivo di essere. È come se i turisti cessassero di andare sull’Etna solo perché si tratta di un vulcano attivo”.

Il ministro: “La popolazione non va allarmata ma responsabilizzata”

E’ utile ricordare che il Consiglio dei Ministri ha approvato il Decreto Campi Flegrei la prima settimana di ottobre, un pacchetto di misure urgenti di prevenzione per l’area interessate dal bradisismo adottate sotto la regia del ministro alla Protezione Civile e le Politiche del mare che già dopo i primi incontri con i suoi stretti collaboratori aveva preannunciato la volontà di affrontare il rischio legato al fenomeno con una legge ad hoc che contenesse procedure semplificate.

In poche settimane la proposta è diventata un decreto con il quale Musumeci ha impegnato il governo a stanziare 52 milioni di euro. Nell’ottica di affrontare l’emergenza del momento e contemporaneamente passare finalmente ad una seria politica di prevenzione, il documento governativo prevede un “piano straordinario di analisi della vulnerabilità delle zone edificate direttamente interessate dal fenomeno bradisismico”. La strategia adottata si articola in quattro punti: uno studio di microzonazione sismica, un’analisi della vulnerabilità sismica dell’edilizia privata, un’analisi della vulnerabilità sismica dell’edilizia pubblica e un programma di implementazione del monitoraggio sismico e delle strutture. A quello per l’analisi delle vulnerabilità si aggiunge poi un altro piano: quello di evacuazione, da elaborare entro tre mesi.

Decenni di politiche dissennate hanno creato problemi gravissimi in caso di eruzioni e terremoti

Il piano straordinario del governo interviene dopo almeno cinquant’anni di colpevole inazione delle amministrazioni, durante i quali su un territorio come quello dei Campi Flegrei, letteralmente seduto su un supervulcano – una trentina quelli attivi – si è continuato ad edificare come se il rischio non esistesse, creando un tessuto urbanistico caotico, senza ordine e in parte anche abusivo. Atteggiamento che ha contribuito ad aumentare il rischio. Invece che prepararsi al peggio, si è preferito chiudere gli occhi e addirittura costruire nella zona degli ospedali. Invece che disincentivare l’arrivo di nuova popolazione nei comuni interessati, si è deciso di accogliere sempre più residenti. Al confuso proliferare di un’urbanizzazione selvaggia sarebbe stato meglio difendere l’intera zona con un parco.

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