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Calderone sulla storia di Satnam Singh: “Atto disumano, ora punizioni esemplari”

La ministra del lavoro oggi incontra i sindacati agricoli Fai, Flai e Uila sulla piaga del caporalato: “Non abbiamo paura di intervenire”.

Roma – “Ciò che è successo a Satnam Singh è molto di più di un infortunio: è un atto disumano di barbarie in cui chi lo ha abbandonato ha dimostrato di non avere attenzione al valore della vita umana e soprattutto lo ha abbandonato in una condizione in cui non poteva non sapere che quell’atto poteva causarne la morte”. La ministra del Lavoro Marina Elvira Calderone commenta così quanto accaduto al bracciante indiano di 31 anni morto ieri a seguito dell’amputazione del braccio mentre era all’opera nelle campagne di Latina. Calderone ha sottolineato la necessità “di fare del nostro meglio e soprattutto il nostro dovere, affinché tutti gli strumenti e tutte le norme possano contrastare efficacemente con punizioni esemplari quelle situazioni”.

“Noi non abbiamo paura di intervenire, lo abbiamo fatto, lo faremo ancora e siamo determinati a evitare che ancora si debbano ripetere queste situazioni”, ha detto la ministra puntando l’accento sull’impegno “imprescindibile che il governo vuole manifestare e ha manifestato anche con gli ultimi interventi e
soprattutto la politica di contrasto al lavoro sommerso, al caporalato e che ci porta ogni giorno con i nostri ispettori con i carabinieri del nucleo per la tutela sul lavoro nei campi in tutti i luoghi dove possiamo sospettare che ci sia uno sfruttamento lavorativo”. Una situazione allarmante e tragica quella del caporalato.

Tanto che i segretari generali di Fai, Flai e Uila Onofrio Rota, Giovanni Mininni ed Enrica Mammucari hanno chiesto con “urgenza la convocazione del tavolo interministeriale avviato nei mesi scorsi dai Ministri dell’agricoltura e del lavoro Francesco Lollobrigida e Marina Calderone per affrontare con misure dirette ed efficaci una situazione che da anni viene denunciata dai Sindacati agricoli e che ormai non è più procrastinabile”. Calderone parlando dell’incontro convocato oggi al ministero del lavoro ha fatto sapere che è “giusto incontrare chi rappresenta il mondo delle imprese, il mondo dei lavoratori dipendenti. E’ giusto fare una riflessione comune su quello che è il fenomeno e soprattutto quello che ancora dovremo mettere in campo per arginarlo”. 

I sindacati invitano le associazioni agricole “ad essere nostre alleate nel promuovere, insieme alla qualità del Made in Italy, la dignità umana di chi quelle produzioni realizza, anche a difesa delle tante aziende oneste che rispettano leggi, contratti e le norme sulla salute e sicurezza dei lavoratori”, dicono i segretari generali. “Purtroppo, questi eventi – proseguono Rota, Mininni e Mammucari – dimostrano che la legge 199/2016 contro lo sfruttamento e il caporalato e la condizionalità sociale della Pac, pur fondamentali, da sole non sono sufficienti a sconfiggere il fenomeno dell’intermediazione illecita di manodopera e lo sfruttamento di persone, spesso immigrate, che si trovano in una condizione di bisogno. A chi lavora irregolarmente devono essere garantiti strumenti adeguati di tutela per denunciare i propri aguzzini e per integrarsi in modo trasparente nel nostro paese attraverso il riconoscimento di un percorso di protezione umanitaria.

E concludono: “servono più forze ispettive, l’istituzione di un fondo di garanzia per le vittime di sfruttamento e percorsi umanitari per favorire l’emersione regolare. Sono ancora molti gli immigrati che, entrati regolarmente in Italia, allo scadere del permesso di soggiorno, continuano a lavorare da irregolari in agricoltura perché i datori di lavoro non trasformano il contratto a tempo indeterminato, situazione che dovrebbe far ripensare al sistema di rilascio dei permessi di soggiorno, anche a fronte di settori produttivi che necessitano di manodopera”.

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