Aveva lasciato il suo appartamento a Colli Aniene dicendo alla madre che sarebbe andata da un’amica. Da accertare le cause della morte.
Roma – È di Emanuela Ruggeri, la 32enne scomparsa da Colli Aniene il 14 luglio, il corpo senza vita trovato ieri sera in un boschetto vicino all’Arco di Druso, in via del Mandrione, a Roma. La tragica scoperta, avvenuta intorno alle 19.20, pone fine a una settimana di angoscia per la famiglia e gli amici della giovane, ma apre nuovi interrogativi sulle circostanze della sua morte. La madre, Alessandra Loreti, aveva lanciato un disperato appello sui social per ritrovare la figlia, mentre le forze dell’ordine avevano avviato ricerche a tappeto nel IV Municipio e nelle zone limitrofe.
Emanuela Ruggeri, alta 1,85 metri, occhi marroni, capelli mogano-rosso e corporatura robusta, era scomparsa la sera del 14 luglio alle 20.35 dal suo appartamento a Colli Aniene. Secondo la madre, la giovane aveva detto di voler andare a casa di un’amica, ma non è mai arrivata a destinazione. L’ultimo contatto risale al 15 luglio, quando ha risposto a un messaggio, dopodiché il suo telefono è risultato spento. Emanuela aveva con sé i documenti e pochi soldi, ed era uscita con una maglietta nera, leggings neri, ciabatte infradito maculate e una borsetta maculata. Tra i segni distintivi, un brillantino termico sul lato destro del viso, un piercing a cerchietto sulla narice destra, una cicatrice sulla fronte e un tatuaggio con i numeri “666” e un fungo sul braccio sinistro. L’appello della madre, diffuso su Facebook e ricondiviso da centinaia di persone, aveva mobilitato la comunità locale e il Comitato Scientifico Ricerca Scomparsi, che aveva fornito un numero dedicato per segnalazioni. Le forze dell’ordine, allertate immediatamente, avevano concentrato le ricerche su Colli Aniene e zone vicine, senza però trovare tracce fino alla scoperta di ieri.
Il corpo di Emanuela è stato rinvenuto da un passante che passeggiava con il cane, attirato da un forte odore proveniente dalle sterpaglie a ridosso delle mura antiche dell’acquedotto, vicino al civico 385 di via del Mandrione, in zona Porta Furba. La scena, immediatamente isolata dalla polizia con nastro bianco e rosso, è stata analizzata fino a tarda notte dagli agenti del commissariato Porta Maggiore, dalle volanti e dalla polizia scientifica, coadiuvati da un medico legale. Il cadavere, in avanzato stato di decomposizione, suggerisce che la morte sia avvenuta circa 10-14 giorni fa, compatibilmente con la data della scomparsa. Secondo il primo esame del medico legale, non sarebbero evidenti segni di violenza sul corpo, ma lo stato di decomposizione rende difficile un’analisi definitiva. L’autopsia, attesa nei prossimi giorni, sarà cruciale per determinare le cause del decesso e verificare se Emanuela sia stata vittima di un’aggressione, di un malore o di altre circostanze, come un investimento o l’abbandono del corpo. Gli inquirenti stanno analizzando le immagini delle telecamere di videosorveglianza della zona per ricostruire gli ultimi movimenti della giovane e verificare se fosse sola o in compagnia.