CACCAMO – ROSO DALLA GELOSIA L’AVREBBE STRANGOLATA SENZA PIETA’

Le indagini proseguono con gli interrogatori dei testimoni che sembrano concordi nell'affermare che il giovane indagato avrebbe più volte malmenato la vittima a causa del suo morboso tormento.

CaccamoOmicidio passionale per gelosia o che altro? I sospetti farebbero pensare alla prima ipotesi tanto che gli inquirenti hanno formalizzato stamane la gravissima accusa di omicidio, occultamento e distruzione di cadavere nei riguardi di Pietro Morreale, 19 anni, ristretto nel carcere di Termini Imerese perché indagato per la morte della sua fidanzata Roberta Siragusa di 17 anni.

Roberta e Pietro, un amore malato

La ragazzina era stata ritrovata senza vita in un dirupo vicino al campo sportivo di Caccamo, in provincia di Palermo, grazie alle indicazioni dello stesso Morreale che si era presentato spontaneamente, accompagnato dal padre, presso la locale caserma dei carabinieri raccontando la propria versione dei fatti:

”…Si è cosparsa di benzina e si è data fuoco – avrebbe detto ai militari – poi si è gettata nel burrone, ho tentato di spegnere le fiamme ma sono svenuto. Vi porto sul luogo dove si trova il suo corpo. Non l’ho uccisa io…”.

I carabinieri avviavano subito le indagini, coordinate dal procuratore di Termini Imerese, Ambrogio Cartosio, e dal suo sostituto Giacomo Barbara, e si recavano in contrada San Rocco, unica via di accesso all’abitato di Caccamo e località prossima al dirupo descritto da Morreale.

La zona vicina al burrone dove è stato ritrovato il cadavere della ragazza

Nel luogo indicato dal giovane i carabinieri ritrovavano il corpo di Roberta Siragusa, in parte carbonizzato e cosparso di lividi in specie sullo zigomo sinistro per come rilevava una prima ricognizione cadaverica. Il giovane poi riferiva, in maniera confusionaria e cadendo in diverse contraddizioni, di aver accompagnato a casa la sua ragazza dopo una violenta lite consumatasi al termine di una festa fra amici lo scorso 23 gennaio.

A rinvigorire i sospetti su Morreale, fra gli altri, i video di almeno una telecamera stradale installata proprio in contrada San Rocco che avrebbe ripreso la Fiat Punto del presunto assassino in orari diversi di quella maledetta nottata:

Roberta Siragusa

”…Dalla visione dei filmati – scrive la pubblica accusa – è stato accertato che la Fiat Punto di Morreale è transitata per due volte lungo la strada. Precisamente i video mostrano la Fiat Punto effettuare un primo passaggio verso il luogo del ritrovamento del cadavere alle 2.37 per poi ritornare alle 2.43. Successivamente si nota un secondo passaggio della medesima auto alle 3.20 con rientro alle 3.40. Questa circostanza non ha trovato alcun riscontro nella versione fornita dall’indagato”.

La mattina seguente, domenica 24 gennaio, i genitori della vittima non vedendo Roberta tornare a casa, avrebbero cercato il suo fidanzato tramite un vicino di casa a cui avrebbero fornito il numero di telefono del giovane. Morreale avrebbe risposto di non sapere dove fosse la ragazza.

Amore mio, bedda! Scriveva Monreale alla sua fidanzata

Poco dopo però il giovane si presentava in caserma riferendo di conoscere per bene l’evolversi dei fatti delittuosi. Alla base del litigio fra Roberta e Pietro ci sarebbe stato un altro ragazzo con il quale pare che la vittima stesse intrecciando una relazione o, per lo meno, una sorta di rapporto forse solo amicale.

Il giovane, presente alla festa, si sarebbe poi allontanato continuando a scambiarsi messaggi telefonici con Tiziana. Gli ultimi tre sms, per gli inquirenti, costituirebbero motivo di ulteriori indizi di colpevolezza a carico di Morreale. Alle 1.06 Roberta e Pietro si allontanano dalla festa. Con loro ci sarebbe stato anche il nuovo “filarino” di Roberta che poi avrebbe preso la via di casa propria.

Pietro Morreale                                                                                        da Fb

Alle 1.30 Roberta sarebbe stata ancora in vita perché avrebbe scritto al suo nuovo amico di “tornare dopo mezz’ora alla festa”, verosimilmente dopo aver lasciato Pietro. Subito dopo, passate le 1.30, la ragazza inviava un altro sms al suo amico con il quale lo informava che Pietro avrebbe voluto consumare un rapporto sessuale con lei. Intorno alle 2.30 era il giovane a scrivere a Tiziana dicendole di chiamarlo per qualsiasi cosa avesse bisogno:

”…Non ho mai ricevuto risposta –racconta il giovane agli inquirentiinfatti non riuscivo a prendere sonno come se avessi avuto un brutto presentimento. Glielo avevo detto più volte di lasciarlo anche se la nostra era solo una fugace simpatia…”.

Il trasporto del cadavere della povera ragazza in obitorio                                                                                         Foto GdS

Durante l’udienza di convalida del fermo di polizia giudiziaria il Gip di Termini Imerese si è espresso senza mezzi termini mentre l’indagato ha fatto scena muta avvalendosi della facoltà di non rispondere:”…Le immagini lasciano sgomenti – scrive il Gip in atti – il corpo di Roberta nella parte inferiore è integro, ma devastato in quella superiore. Nel cranio c’è una vistosa ferita che si coglie perfettamente nelle immagini…Gravissimo quadro cautelare, rischio di inquinamento prove, estrema gravità della condotta, determinazione criminale e possibilità che reiteri il reato...”. 

Il giudice non avrebbe poi convalidato il fermo dell’indagato, già dichiaratosi innocente, perché non sussiste il pericolo di fuga ritenendo però di custodire in carcere l’indagato a seguito degli altri elementi cautelari riguardanti la condotta criminale, il possibile inquinamento delle prove e la possibilità di reiterazione del reato

 

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UNA COLTELLATA ALLA GOLA PER GELOSIA. POI SI E’ COSTITUITO.

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