Bufera in Sicilia, la Lega insorge: “Su Sammartino giustizia a orologeria”

Il Carroccio fa quadrato attorno al vice governatore: “Sospeso a un mese dalle europee”. E Schifani lo difende: “Leale e trasparente”.

Catania –  Uno scambio di favori per ottenere voti per l’allora candidata del Pd alle elezioni europee del
2020, Caterina Chinnici, totalmente estranea all’inchiesta, ma anche contatti con due carabinieri per acquisire informazioni riservate su eventuali indagini a suo carico e bonifiche tecniche nei locali della sua segreteria. Sono le accuse contestate dalla Procura etnea al vice presidente e assessore all’Agricoltura della Regione Siciliana, Luca Sammartino, all’epoca dei fatti deputato regionale del Partito democratico.

C’è chi considera Sammartino, medico odontoiatra, l’enfant prodige della politica siciliana. Chi gli dà del democristiano nel senso della furbizia arguta, e chi ne apprezza le doti di abilissimo e cinico tessitore di rapporti, incurante nel transitare da un partito all’altro perché forte di una solida base di consensi. Certo è che a quarant’anni neppure compiuti il vice di Renato Schifani è recordman di voti e di cambi di casacca. E’ già alla sua terza legislatura all’Assemblea siciliana: la prima volta aveva 27 anni, era il 2012, fu eletto nella lista dell’Udc con 12.567 voti. Cinque anni dopo il bis facendo l’exploit: 32.299 preferenze. Dopo una breve parentesi nel movimento Articolo 4, per Sammartino cominciò la fase renziana, prima con l’ingresso nel Pd e poi col passaggio a Italia Viva. Al suo fianco la moglie Valeria Sudano, avvocato e anche lei politico di lungo corso, oggi senatrice della Lega.

Renato Schifani e Luca Sammartino

Quindi l’abbraccio con Matteo Salvini, con cui fu eletto all’Ars per la terza volta due anni fa con 21.001 voti: in poco tempo è riuscito a diventare l’azionista di riferimento del Carroccio. Se Schifani va in difesa e parla di un vicepresidente “leale e trasparente”, i compagni di partito contestano con forza il fatto che la sospensione dell’assessore regionale Sammartino arrivi a un mese dalle elezioni europee. La solita giustizia a orologeria.

Il presidente della Regione Siciliana in una nota, “nel ribadire piena fiducia nei confronti della magistratura, confida pienamente nella possibilità che Sammartino possa dimostrare la propria totale estraneità ai fatti che gli vengono addebitati” e ricorda come “lo stesso abbia ricoperto il suo doppio ruolo istituzionale con decoro, lealtà e trasparenza”. La Presidenza comunica poi ufficialmente ciò che lo stesso Sammartino aveva reso noto: ha rassegnato le proprie dimissioni dalle cariche di assessore all’Agricoltura, sviluppo rurale e pesca mediterranea e di vicepresidente del governo regionale. Le funzioni ad interim dell’assessorato sono state assunte proprio da Schifani, che con successivo decreto nominerà il suo vice.

L’uomo forte della Lega nell’isola, eletto con circa 21mila preferenze alle regionali del 2022, il secondo più votato in Sicilia, è stato sospeso da incarichi pubblici per un anno dal gip Carla Aurora Valenti. La giudice, pur sottolineando la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza e che a suo carico pendono anche altri procedimenti per reati in materia elettorale, non ha accolto la richiesta di arresti domiciliari della Procura. Il parlamentare si è detto “sereno e certo che emergerà la totale estraneità ai fatti, risalenti a cinque anni fa e che con stupore leggo mi vengono contestati”.

Andrea Crippa

Un terremoto politico che scuote la Lega e la Sicilia. Dal Carroccio la reazione è violenta, c’è il sospetto della giustizia a orologeria pilotata sulle elezioni. “Tra il 2015 e il 2018 Sammartino non era con la Lega: le indagini sono state chiuse nel 2021, ma solo oggi arrivano i provvedimenti, guarda caso a un mese dalle Europee, mi chiedo perché arrivino ora”, si chiede il vicesegretario della Lega, Andrea Crippa.

Sui tempi dell’inchiesta si sofferma anche il senatore leghista Ninò Germana. “Ferma restando la fiducia incondizionata nell’operato dei magistrati – dichiara l’esponente messinese candidato alle Europee -, non posso non registrare una grave intempestività dei provvedimenti che sono correlati a presunti fatti ipotizzati da indagini condotte tra il 2018 e il 2020, ma che vengono emessi dopo oltre tre anni e a pochi giorni dalla scadenza del termine della presentazione delle liste”.

Anche i deputati del gruppo della Lega all’Assemblea regionale siciliana Marianna Caronia, Giuseppe Laccoto, Vincenzo Figuccia, Salvatore Geraci e Mimmo Turano, hanno diffuso una nota in cui fanno quadrato attorno a Sammartino: “Siamo e rimaniamo garantisti – scrivono – e siamo certi che il collega, di cui conosciamo il senso delle istituzioni e la sua abnegazione nel servire la Sicilia, dimostrerà la sua estraneità ai fatti che gli vengono contestati”. Approfittano della situazione invece i componenti del M5s in commissione Giustizia, che denunciano: “dall’inchiesta emerge un quadro sconcertante e la risposta del governo è un costante lavoro di smantellamento degli strumenti di contrasto a queste e altre forme di malaffare”.

Il leader di Sud chiama Nord, Cateno De Luca, attacca il vicepremier: “noi non raccattiamo ‘feccia politica’ pur di avere voti come ha fatto Matteo Salvini”. La tensione è alle stelle, e a cantare c’è pure Fabio Cantarella, militante storico e fondatore della Lega in Sicilia, attualmente responsabile regionale dei Dipartimenti del partito. Sputa il rospo avvelenato: “Preferiti i voti facili degli ultimi arrivati ai pochi e genuini dei militanti, avevo avvertito Salvini…”.

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