Il presidente Putin perde punti ormai da anni forse anche a causa dei suoi comportamenti troppo duri e spregiudicati nei riguardi degli avversari politici. Il popolo russo dice basta alla corruzione del regime e invoca aria pulita.
Bruxelles – I rapporti tra Unione Europea e Russia non sono mai stati così tesi. Per avere un precedente simile dobbiamo tornare indietro nel tempo, al 2014 quando Putin decise unilateralmente l’annessione della Crimea alla Repubblica Federale Russa .
Il caso Navalny scuote ormai l’opinione pubblica mondiale e mette a nudo il regime di Putin che inizia a manifestare segni di cedimento dopo più di vent’anni.
Alexei Navalny è tornato a Mosca il 16 Gennaio con un volo low-cost da Berlino ed è stato subito arrestato per avere violato la libertà condizionale che gli era stata concessa a causa di una condanna per truffa.
Il blogger si era infatti recato in Germania per curarsi dopo il tentativo di avvelenamento con il Novichoc, nell’agosto dello scorso anno, ad opera di alcuni emissari dell’FSB (i servizi segreti russi). L’uomo, con l’obbligo di firma, non si sarebbe presentato nei tempi prescritti presso il commissariato di polizia della sua città, violando dunque il provvedimento dell’autorità giudiziaria.
La condanna per truffa è stata considerata ingiusta e pretestuosa dall’Alta Corte di Giustizia Europea e per questo motivo il governo di Mosca ha dovuto risarcire Navalny e suo fratello ma la sentenza del tribunale continua, nonostante tutto, a produrre i suoi effetti .
Oggi Navalny è il principale oppositore di Putin e la sua popolarità che all’inizio sembrava limitata esclusivamente a Mosca e San Pietroburgo raggiunge invece tutto il Paese. Sono infatti più di cento le città dove i manifestanti sono scesi in piazza per chiedere la sua liberazione “scatenando” la reazione della polizia che ha scelto la strada della repressione ad oltranza.
Sono stati effettuati migliaia di arresti tra cui la moglie di Navalny, poi subito rilasciata, la portavoce e l’avvocato del blogger che invece si trovano ancora agli arresti domiciliari. Il governo russo ha espulso anche gli ambasciatori di Svezia, Polonia e Germania colpevoli di avere partecipato alle manifestazioni di protesta prendendo posizione a favore del blogger anti-corruzione.
Il Tribunale ha condannato in via definitiva Navalny a scontare in carcere 2 anni e 7 mesi (dieci mesi gli sono stati condonati perché già scontati agli arresti domiciliari) ma è solo l’inizio. Tra pochi giorni il dissidente dovrà nuovamente presentarsi davanti ai giudici per rispondere del reato di oltraggio ad un veterano di guerra.
Si tratta ancora una volta di accuse discutibili e pretestuose che un regime sempre più debole e insicuro sta utilizzando per neutralizzare ogni forma di opposizione.
Putin teme che il contagio delle piazze bielorusse possa arrivare anche a Mosca e reagisce a modo suo, ovvero come un vecchio cekista che quando incontra un avversario scomodo cerca di eliminarlo senza badare troppo al rispetto delle regole.
Alexei Navalny non è un santo, in passato è stato accusato di flirtare con l’estrema destra russa e per questo motivo espulso dal Partito liberale Yabloko ma oggi si è imposto come il simbolo della lotta ad un regime che dopo una felice luna di miele con i russi, inizia lentamente a perdere consenso.
Il popolo russo è stanco della corruzione che dilaga nel Paese e favorisce gli oligarchi più vicini al presidente. Il video diffuso dall’entourage di Navalny in cui si rivela l’esistenza sul Mar Nero di una gigantesca reggia in stile Versailles che apparterrebbe proprio a Putin, è stata la goccia che ha fatto “traboccare il vaso” scatenando la protesta delle masse.
La sfida tra Putin e Navalny è appena iniziata e pare ricalcare quella lanciata dal contadino Pugacev a Caterina la Grande, corsi e ricorsi storici nel paese che fu di Tolstoj e di Dostoevskij e che non riesce mai a trovare una vera pace e una vera stabilità.
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