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Barbara non era sola il giorno del delitto

Si tratta sempre di ipotesi ma che Barbara Pasetti abbia fatto tutto da sola appare assai improbabile. La difesa avrebbe ventilato diverse discrepanze nelle indagini ma gli inquirenti pare ritengano che la donna abbia agito senza complici. Chiesta una seconda scarcerazione dalla difesa dell’indagata per le precarie condizioni della donna.

Cura Carpignano – La tanto attesa svolta sulla tragica vicenda dell’omicidio di Gigi Bici, al secolo Luigi Criscuolo, 60 anni, assassinato l’8 novembre del 2021, non c’è stata. Purtroppo la riforma Cartabia, di recente introduzione, non permette all’informazione di conoscere i particolari delle indagini se gli organi inquirenti non autorizzano in tal senso.

Gigi Bici, al secolo Luigi Criscuolo

Questo significa che risulta impossibile seguire le inchieste che, dopo i primi clamori mediatici, sono destinate al silenzio, quando non al cestino. Lavorando in queste condizioni da terzo mondo, come dice il procuratore Nicola Gratteri in merito alla vigente legge-Bavaglio, cercheremo di fare lo stesso il punto della situazione sull’omicidio del commerciante di biciclette in pensione ritrovato cadavere il 20 dicembre 2021 davanti ad un cancello secondario dell’ex cenobio francescano di Calignano, frazione di Cura Carpignano, in provincia di Pavia.

Il monastero è di proprietà di Barbara Pasetti, 44 anni, detenuta nel braccio femminile del vetusto carcere di Vigevano dal 20 gennaio scorso. La donna, dapprima indagata per tentata estorsione e poi per omicidio volontario, occultamento di cadavere e detenzione illegale di un’arma non denunciata, è rimasta in cella perché interrogata dai magistrati, seppur non negando un suo coinvolgimento nel presunto tentato raggiro, non avrebbe saputo dare spiegazioni convincenti per quanto attiene la parte più drammatica della vicenda.

Le attività investigative nella casa di Barbara Pasetti

Il suo avvocato, Irene Anrò, ha avanzato una seconda richiesta di scarcerazione attese le precarie condizioni di salute della donna. Scarcerazione che sarebbe giustificata anche dal pessimo stato della casa circondariale, praticamente invivibile, che più volte ha provocato le accese proteste dei detenuti.

Per gli investigatori Barbara Pasetti, innocente sino ad eventuale condanna definitiva, avrebbe ucciso da sola Criscuolo e poi ne avrebbe spostato il corpo senza vita fuori dalla propria tenuta dopo averlo nascosto in casa per qualche giorno. La difesa, invece, oltre ad evidenziare diverse discrepanze e contraddizioni nelle indagini ritiene che la donna sia stata aiutata e che non intenda rivelare da chi.

Risulta inverosimile infatti che la donna, dopo l’omicidio, non si sia disfatta della pistola, poi ritrovata dentro casa ben nascosta. Le cose poco chiare sono diverse: la compatibilità tra i frammenti di vetro ritrovati nel cortile e quelli del finestrino dell’auto della vittima sarebbe di dubbia valutazione mentre rimane ancora senza un nome l’uomo il cui Dna sarebbe stato individuato sull’auto di Luigi Criscuolo.

Barbara Pasetti

Le tracce biologiche infatti non sono riconducibili a Gian Andrea Toffano, ex marito dell’odierna e unica indagata, men che meno a Franco Pasetti, padre di Barbara, né a Christian Ramon Pisciotta, l’amico di Gigi Bici al quale Barbara si era rivolta dopo la morte del commerciante campano per dare una “lezione” al marito. E anche su questi punti ci sarebbe molto da ridire.

Certo è che se Barbara Pasetti sapesse davvero come sono andate le cose, paura o non paura, farebbe meglio a raccontare la verità agli inquirenti atteso che diversi testimoni avrebbero smontato anche le sue mezze verità, per non dire le sue mezze menzogne. La donna aveva raccontato che il figlio di 8 anni avrebbe ritrovato il cadavere di Criscuolo mentre stava giocando al pallone fuori dal cancello di casa.

In premessa un cancello secondario, da tempo inutilizzato e anche relativamente distante dagli accessi giornalieri. In quell’occasione il bambino, spaventato, si sarebbe rivolto alla madre gridando: uno zombie, uno zombie.

I detective, invece, avrebbero appurato che sarebbe stata la stessa Pasetti a mostrare al figlioletto il volto del cadavere in avanzato stato di putrefazione atteso che la donna, probabilmente, sapeva dove si trovasse il corpo senza vita della vittima e in quali condizioni fossero ridotte le spoglie.

Tant’è che la Pasetti avrebbe anche fotografato la salma del pensionato chiedendo poi all’ex marito di stampare le foto. E anche su questa parte della vicenda i conti non tornano. Comunque stiano le cose per la Procura pavese Gigi Bici avrebbe restituito una pistola a Barbara Pasetti. L’arma sarebbe dovuta servire per uccidere l’ex coniuge dell’indagata. Una volta con l’arma in mano la Pasetti avrebbe fatto fuoco contro Gigi Bici? Era davvero sola o con lei c’era un uomo? Il vero killer?

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