Sequestrati beni per 4,2 milioni di euro. L’uomo è accusato di aver trasferito il patrimonio di una società fallita a un’altra azienda a lui riconducibile.
Taranto – I militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Taranto hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti di un imprenditore locale, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Taranto su richiesta della Procura della Repubblica.
L’uomo è indagato per bancarotta fraudolenta, autoriciclaggio, occultamento della contabilità e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte. Le accuse sono legate al fallimento, nel 2022, di una S.r.l. operante nel settore delle riparazioni meccaniche di veicoli industriali, amministrata dallo stesso imprenditore e gravata da ingenti debiti nei confronti dell’Erario.
Le indagini, coordinate dalla Procura ionica, hanno permesso di raccogliere numerosi elementi indiziari nei confronti dell’imprenditore e di altri sette indagati, accusati di aver distratto il patrimonio della società fallita per trasferirlo a una nuova azienda, sempre con sede a Taranto e riconducibile allo stesso soggetto.
Secondo l’ipotesi accusatoria, il trasferimento fraudolento avrebbe consentito di sottrarre beni e risorse alla massa fallimentare, ostacolando il recupero dei crediti fiscali da parte dell’amministrazione finanziaria.
In parallelo, l’Autorità Giudiziaria ha disposto il sequestro dell’intero compendio aziendale e delle quote sociali della nuova società, nonché dei beni personali e delle disponibilità finanziarie in mano agli indagati, per un valore complessivo stimato in circa 4,2 milioni di euro.
L’azienda sottoposta a sequestro è stata affidata a un amministratore giudiziario nominato dal Tribunale di Taranto, con il compito di garantirne la gestione in regime di legalità e trasparenza.
L’operazione rappresenta un’ulteriore conferma dell’impegno della Guardia di Finanza e della magistratura tarantina nel contrasto ai reati economico-finanziari, alla criminalità d’impresa e all’evasione fiscale, particolarmente dannosa per il tessuto produttivo locale.